Rescigno, Lega: tanti salgono sul carro di Giorgia Meloni, io ho scelto la coerenza.
Carmela Rescigno, medico chirurgo, docente universitario, mamma di Michele, vive a Camposano, in provincia di Napoli dove è consigliere comunale e a guida l’opposizione in Consiglio comunale.
E consigliere regionale della Campania e di recente ha aderito alla Lega, dopo un lungo periodo di militanza e impegno politico con Fratelli d’Italia
Onorevole può spiegare bene anche ai nostri lettori il motivo dell’adesione alla Lega? Quanto hanno pesato in questa scelta le modalità con cui Giorgia Meloni ha formato le candidature a Napoli?
La mancata candidatura alle elezioni politiche del prossimo 25 settembre ha pesato. Se le dicessi il contrario mentirei a lei e a me stessa. Bisogna sempre essere onesti. Io non ho chiesto a Giorgia Meloni di essere candidata per grazia ricevuta o perché fossi simpatica al dirigente di turno. Ma era il naturale approdo di un percorso iniziato nel 2013. Percorso segnato da 9 anni di militanza, candidature di servizio e battaglie elettorali alle quali ho raccolto un discreto consenso. Oltre al fatto di essere stata la prima e unica donna consigliere regionale di Fdi (ormai ex partito) della Campania. La mia esclusione non è stata dettata da ragioni politiche, ma ha prevalso un veto personale, avallato da Meloni. Cosa grave in un partito. Mi dica lei. Aveva più senso restare in un partito dove prevalgono rancori e invidie personali rispetto al merito e alla militanza? Vedo tra le candidate di Fdi negli uninominali donne da sempre vicine a De Luca. Mogli di imprenditori che nulla c’entrano con la storia di Fratelli d’Italia. Bisognerebbe indagare sui criteri che hanno portato a queste scelte e alla mia esclusione. Aderisco alla Lega per tre ragioni: resto nel centrodestra, la Lega è l’unico partito che mi consentirà di continuare a battermi per i valori della destra, sicurezza, made in Italy, difesa delle fasce deboli e terzo: Matteo Salvini è un leader vero che dà autonomia ai territori e non ha una gestione familistica del partito.
Ci fa entrare meglio nel suo personaggio politico? Come nasce l’impegno di Carmela Rescigno e come si sposa con la politica?
Il mio impegno nasce da lontano, quando da giovanissimo medico ho iniziato a muovere i primi passi in An con Enzo Rivellini, all’epoca consigliere regionale della Campania. Poi nel Pdl e infine nel 2013 con Fratelli d’Italia. Ho ricoperto per ben tre volte la carica di consigliere comunale di Camposano. Oggi siedo in Consiglio regionale. Nel 2013 Fdi si presentava per la prima volta alle elezioni politiche e rischiava di non superare lo sbarramento. Ci fu chiesto a tutti i militanti e amministratori di dare una mano con candidature di servizio. L’ho fatto senza esitazione. Poi sono stata ricandidata alle politiche del 2018, per un soffio, pur prendendo la miglior percentuale di Napoli e provincia, non sono stata eletta. Alle scorse europee il partito campano ha deciso di schierarmi in lista e fu un grande risultato, oltre 43 mila voti. Ovviamente fu un risultato di squadra.
Onorevole ma riesce a coniugare il suo ruolo in politica con la sua professione e con l’impegno familiare?
Sono obbligata a farlo. Non vivo di politica e grazie alla politica. Faccio il medico, è quella la mia fonte di reddito. Se rinunciassi, non avrei altre fonti di guadagno. Nonostante ciò riesco a conciliare impegni in Regione e fine settimana o vacanze in famiglia e con mio figlio. Non è semplice, forse per il lavoro o per mio figlio mi sono persa qualche evento politico. Non importa. Ho ben chiare le priorità: famiglia, lavoro e politica. E forse per questa ragione, non essere al guinzaglio del capo o leader di turno, mi ha reso scomoda per una candidatura.
Nel suo ruolo di consigliere si è molto impegnata per la sanità pur non trascurando le altre problematiche, cosa ha fatto finora e cosa ha in programma di fare con il passaggio alla Lega?
Sì la sanità è stato uno dei miei primi impegni in Consiglio regionale, viviamo una situazione drammatica per i pronto soccorso e la mancanza di personale. Ho depositato una proposta di legge. Ma ho avuto modo di affrontare anche altre questioni come l’assenza di un sistema di trasporto adeguato in penisola sorrentina. Con la Lega le idee sono abbastanza chiare: sicurezza, quindi incalzare dall’opposizione il governo regionale affinchè sia potenziata la videosorveglianza nelle aree a rischio, con il capogruppo Zinzi siamo già al lavoro per trovare una soluzione per la drammatica vicenda degli allevatori bufalini del casertano e poi ovviamente non mollare la presa sugli sprechi. Senza abbandonare il settore sanità che resta un’emergenza per la Campania.
Sarà l’unica donna nel gruppo di Salvini, due dei suoi nuovi colleghi sono candidati alle politiche come si impegnerà per questa campagna elettorale?
Certo. Il mio passaggio nella Lega è stato accompagnato dalla scelta analoga di tanti amici e amministratori che in queste ore già sono impegnati per dare il proprio contributo al successo elettorale della Lega in Campania. Vogliamo triplicare gli eletti in Parlamento. Ce la metteremo tutta.
Le donne sono meno avvezze a lasciare il partito o il gruppo politico di provenienza – secondo le stime sociologiche sono più fedeli in tutte le relazioni in generale – lei lascia FDI quando alla guida del partito per la prima volta c’è una donna che potrebbe diventare capo del Governo: le è convenuto? Ha avuto ripensamenti?
Mentre in tanti salgono sul carro del vincitore, io scendo. Questione di dignità e coerenza. L’Italia oggi ha bisogno di un governo forte che mantenga gli impegni presi. Servono risposte immediate sul caro bollette. Che il premier sia donna o uomo non credo interessi molto alle famiglie italiane. Non è il momento delle ambizioni personali. Nessun ripensamento per le ragioni che ho avuto modo di esporre prima. Delusione sì, tanta. Si lasciano amici e soprattutto una comunità umana con cui hai condiviso un pezzo di vita. Ma se ne ritrovano tanti altri.