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Ciruzzi: Unione Popolare, Napoli governata da salottini accademici e borghesia tecnocratica.

Ciruzzi: Unione Popolare, Napoli governata da salottini accademici e borghesia tecnocratica.

 

Domenico Ciruzzi, avvocato penalista tra i più noti a Napoli e nel Paese, è stato anche Presidente del Premio Napoli, Vice Presidente Nazionale delle Camere Penali, è candidato al Parlamento per Unione Popolare nel Collegio elettorale Campania 1 – Napoli – Fuorigrotta

gli abbiamo rivolto alcune domande sulla politica e la sinistra, una delle sue passioni da sempre, e sulla sua candidatura.

Avvocato Ciruzzi cosa ricorda di quanto è stato fatto in questa legislatura e cosa invece secondo lei dovrebbe essere cancellato?

Credo che l’ultima legislatura sia stata attraversata da gravi drammi e contraddizioni. Da un lato l’anomalia del governo giallo verde, una alleanza distopica, nella quale il sovranismo leghista ha spadroneggiato a fronte della inesperienza dei 5 stelle.. Al punto da mettere al centro politiche repressive sulla immigrazione contrarie alle norme della Cedu, dal forte tratto di disumanita’. Dall’altro la pandemia che ha accentuato la debolezza della politica creando uno stato di eccezione perenne e svelando lo scempio della sanità pubblica fatto in decenni di smantellamento del pubblico. Detto questo credo che il provvedimento più significativo sia stato quello che ha istituito il reddito di cittadinanza, che ha ridato dignità ad ampie fasce di povertà del nostro paese. E che andrebbe implementato con politiche attive del lavoro retribuito in modo equo, anche attraverso l’introduzione, già assai tardiva, del salario minimo.

La sua candidatura a Napoli cosa significa: un riconoscimento per il suo impegno come società civile, una questione di appartenenza partitica o la promozione di pensiero e idee distonico con la classe dirigente attuale?

Direi che la mia candidatura sia in continuità con l’impegno speso nella difesa dei diritti, sopratuttoa favore degli ultimi e in particolare di coloro che vivono la tragedia del carcerario. Inoltre ho provato a dare un contributo al dibattito culturale della città presiedendo il premio Napoli, che, nella mia visione, è stato un laboratorio di sperimentazione, un polo attrattivo di idee e confronto sul sapere aperto a tutta la comunità, con uno sguardo ed un approccio internazionale. Il mio auspicio è che la Fondazione Premio Napoli continui il percorso negli ultimi anni tracciato e che possano ricominciare tutte le molteplici attività inspiegabilmente interrotte, ormai da circa un anno, dal Sindaco Gaetano Manfredi.

Unione Popolare ha dimostrato contro ogni pronostico di riuscire in questa stretta elettorale a presentare ben 60.000 firme per l’iscrizione delle liste elettorali. Ma cosa è per lei Unione Popolare e su cosa punterete per mantenere e segnare le distanze politiche dagli altri partiti e dalle altre coalizioni?

 

Unione popolare per me è dire qualcosa di sinistra a quelle fasce di elettori che nel tempo si sono allontanati dalla politica per l’incapacità del Pd e di altri di rappresentarne i bisogni. Oggi più che mai in questo paese c’è bisogno di giustizia sociale e di redistribuzione dei redditi oltre che di speranze di futuro per le giovani generazioni..Ecco il programma di up risponde a questa esigenza.

Lei è uomo di legge e professionista di grande esperienza, cosa l’ha spinto a candidarsi a Napoli?

Mi sono candidato, rispondendo ad un invito di De Magistris perché credo che gli intellettuali di questa città che si riconoscono in una possibilità di cambiamento debbano metterci la faccia e dare prova di impegno per le tematiche pacifiste, ambientaliste, per i diritti civili e sociali e per la tutela del lavoro sempre più precario.

             

A proposito della sua città che fine ha fatto il “Patto per Napoli” e cosa dovrà essere fatto per mettere al sicuro la città doveste essere decisivi in Parlamento?

Non credo molto nel patto per Napoli. Mi sembra una misura che pur riducendo il disavanzo finanziario del Comune può costringere l’ente a privarsi di beni del patrimonio comunale che potrebbero avere un utilizzo sociale. Vedi la confluenza di alcuni di essi nel fondo Invimit. E comunque è ingiusto penalizzare la città perché non riesce ad esigere entrate per la povertà di ampi strati della popolazione… Si, De Magistris ha ragione… Si crei lavoro nella pubblica amministrazione, ormai depauperata di risorse incrementando la domanda e consentendo ai giovani di mettere a frutto competenze… Così si creerà un circolo virtuoso anche utile per incassare entrare e risanare il bilancio senza necessità di prestiti onerosi per i napoletani. E’ necessario potenziare il Pubblico a cui affidare servizi essenziali senza credere alle chimere interessate e strumentali di un mercato capace di riequilibrare le disuguaglianze.

La sua campagna elettorale nel collegio contro il Ministro Di Maio e la Ministra Carfagna come sarà? Può darci qualche indiscrezione, qualche prima indicazione?

 

La mia campagna sarà improntata a pochi semplici concetti. Pace, inclusione sociale, tutela dell’ambiente, sicurezza del lavoro e dei lavoratori, salari proporzionali a qualità e quantità del lavoro, come recita la costituzione, ampliamento dei diritti sociali oggi negati.     

Come giudica il lavoro fatto a Napoli dall’ex Sindaco oggi leader politico di Unione Luigi De Magistris?

 

Credo che de Magistris abbia governato in una situazione decisamente complessa dal punto di vista delle risorse finanziarie e questo abbia molto penalizzato la sua azione amministrativa. Detto questo ha dato grande impulso alle politiche dei beni comuni ed ha saputo dialogare con ampie fasce di popolazione prima escluse da ogni rapporto con la amministrazione. Quello che non mi sembra stia accadendo ora dove si privilegia il rapporto con la borghesia tecnocratica dei salottini accademici.

Il tema della giustizia non è al centro del dibattito politico del Paese, quale è per lei la prima vera riforma necessaria che dovrà affrontare il Parlamento?

Senza altro ulteriori interventi per la riumanizzazione della pena, potenziando le misure alternative alla detenzione, in accordo con il principio di rieducazione sinora ampiamenteferocemente eluso, anche alla luce delle condizioni scandalose delle carceri e del numero agghiacciante ed intollerabile di suicidi tra i detenuti.