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RASTRELLI, Fratelli d’Italia: Napoli città allo stremo, da noi politiche per lo sviluppo.

RASTRELLI, Fratelli d’Italia: Napoli città allo stremo, da noi politiche per lo sviluppo.

Sergio Rastrelli, 56 anni, Avvocato Cassazionista è il Coordinatore Cittadino di Fratelli d’Italia di Napoli, è Candidato al Senato della Repubblica nel collegio plurinominale Napoli e Provincia

Gli abbiamo rivolto alcune domande in merito alla sua campagna elettorale:

Cosa ricorda di più di quanto è stato fatto in questa legislatura e cosa invece secondo lei dovrebbe essere cancellato?

La legislatura di questi anni, tra i più drammatici della storia repubblicana, si chiude purtroppo all’insegna della implosione della politica, della sua resa incondizionata alla tecnica, con il trionfo della fungibilità delle maggioranze di governo e del correlato principio della irresponsabilità istituzionale.

L’Italia di domani impone pertanto una svolta decisa, che può garantire solo un governo sostenuto da un ampio e convinto mandato popolare.

Un governo forte ed autorevole, naturalmente guidato da Giorgia Meloni.

Qual è il significato della sua candidatura a Napoli: un riconoscimento per il lavoro svolto, un riempimento di casella per la sua appartenenza interna al partito o la promozione di una nuova classe dirigente?

Vivo la candidatura al Senato della Repubblica, da parte di Fratelli d’Italia, con grande orgoglio ma soprattutto come un ulteriore e gravoso titolo di responsabilità. Appartengo a quella categoria di persone che interpretano la politica come servizio e che avvertono il dovere morale di porsi a disposizione – quando occorre, e quale che sia il ruolo da ricoprire – della propria Nazione e della propria comunità. In un momento di grande sofferenza sociale per l’Italia, ogni abbandono di posto è un atto di viltà.

Fratelli d’Italia – e forse per la prima volta in assoluto dalla sua fondazione – in questa tornata elettorale parte con i favori dei sondaggi, su cosa punterete per mantenere le distanze dagli altri partiti del centrodestra e soprattutto dalle altre coalizioni?

Al di là dei sondaggi, Fratelli d’Italia avrà senz’altro, grazie ai meriti conquistati sul campo, una netta affermazione, ed il centrodestra coeso sarà forza di governo. Negli ultimi anni, il Mezzogiorno ha patito – soprattutto a causa del Movimento 5 stelle – un progressivo declino della qualità della propria rappresentanza politica, e la sinistra ha smarrito il proprio ruolo ed ogni contatto con il territorio: Fratelli d’Italia, per contro, è divenuta, per la propria coerenza, l’interprete più credibile dei bisogni e delle sofferenze del popolo meridionale. Per onorare questo ruolo, il nostro impegno sarà quello di rilanciare la missione del Sud Italia come volano di sviluppo della Nazione, introducendo provvedimenti volti a eliminare disparità, creare occupazione e sviluppare infrastrutture, ed in definitiva garantire alla nostra terra sicurezza sociale ed una migliore qualità della vita.

Lei è uno stimato professionista napoletano, che fine ha fatto il “Patto per Napoli” e cosa farete per la città se doveste essere decisivi per il Governo del Paese?

Napoli è una città allo stremo e per risollevarsi ha uno straordinario bisogno di risorse finanziarie: in questo senso ogni misura di sostegno è assolutamente preziosa. Ma con una chiara e decisiva osservazione: il tanto decantato Patto per Napoli, non è certo, come viene spesso raccontato, un grande successo della Amministrazione Comunale, tutt’altro. È solo un accordo tecnico previsto dall’ultima legge di bilancio, con la quale il sostegno finanziario viene concesso a Napoli proprio a causa del collasso politico amministrativo della Città: per coprire cioè una drammatica voragine di 5 miliardi di esposizione tra disavanzo e debito finanziario.

Quindi – in termini politici – prima ancora che un patto, è la prima grande riprova del drammatico fallimento della intera classe politica che ha amministrato la Città negli ultimi trenta anni, rappresentata in gran parte delle forze politiche che sostengono ancor oggi il Sindaco Manfredi, e rispetto alla quale siamo sempre stati orgogliosamente alla opposizione.

Con la responsabilità di governo, dovremo fare uscire Napoli dalle secche dell’immobilismo, strutturando politiche di reale sviluppo, difendendo con forza chi crea lavoro investendo sulla crescita, e sostenendo quel tessuto straordinario di piccole e medie imprese, sui cui regge da sempre il nostro Paese.

Come sarà la sua campagna elettorale? Può darci qualche indiscrezione, qualche prima indicazione?

Da coordinatore di Fratelli d’Italia in Città, ho impostato una campagna elettorale su due direttrici principali, quella interna, riattivando e rilanciando i presidi territoriali che sono preziosissimi per il raccordo diretto con i cittadini e su quella esterna continuando ad organizzare come stiamo facendo da oltre un anno gli incontri con le categorie sociali, produttive, professionali e associazionistiche.

Ci rivolgeremo ovviamente al mondo dell’astensionismo e realizzeremo un mix di attività mirate che faranno perno sulla nostra tradizionale politica di prossimità, e di contatto diretto con la gente.

Come giudica il lavoro fatto sin qui dal suo partito a Napoli e in Campania e dei suoi colleghi dirigenti e rappresentanti istituzionali?

Con grande coraggio, nonostante l’oggettivo limite dei numeri e dei ruoli, le donne e gli uomini di Fratelli d’Italia sul territorio hanno espresso una straordinaria forza attrattiva e grande capacità di elaborazione politica, ed hanno dimostrato come anche dalla opposizione si possa esprimere cultura di governo.

Infine quanto peseranno nella sua campagna elettorale gli affetti, l’esperienza paterna, e il vissuto politico di cui lei stesso è portatore?

La cinquantennale esperienza in politica e nelle istituzioni di mio Padre è un lascito estremamente oneroso, del quale dovrò mostrarmi degno e che cercherò di onorare con tutte le mie forze. Con una ulteriore responsabilità, legata alla particolare contingenza del momento storico: il voto del prossimo 25 settembre, infatti, servirà certo a determinare gli equilibri politici dei cinque anni della prossima legislatura, ma potrà anche, finalmente, cambiare volto all’Italia ed al Mezzogiorno.