Italia: rischio déjà-vu se non si batte l’Irlanda del Nord
Altro che “Notti magiche”, è una notte tenebrosa quelle che vive l’Italia di Roberto Mancini all’Olimpico contro la Svizzera. Contro gli elvetici gli azzurri non superano l’1-1 e ora la qualificazione ai mondiali del 2022 si complica parecchio.
Tante la critiche ai ragazzi di Mancini. La squadra da settembre non gira più, non tanto in termini di prestazione, quanto in termini realizzativi. L’Italia crea tanto, ma segna veramente poco. L’assenza di un vero bomber, di un punto di riferimento per l’attacco inizia a farsi sentire. Alle giocate di Insigne e Chiesa, Belotti è sembrato troppo tenero, così come Immobile, spesso criticato durante l’Europeo, mentre Raspadori sembra ancora troppo acerbo per poter reggere il peso dell’attacco da solo.
Il ricordo del trionfo estivo rischia di essere messo in ombra da un altro più buio: quello della sconfitta contro la Svezia nei play-off di qualificazione al mondiale del 2018. Certo era un’altra Italia. Fatto sta che la situazione è ancora aperta. L’Italia per qualificarsi ha bisogno di vincere in casa dell’Irlanda del Nord, una trasferta ostica non tanto per il valore dell’avversario, quanto per l’atmosfera dello stadi.
Una vittoria della nazionale oltremanica potrebbe, infatti, non bastare. Se la Svizzera dovesse, infatti, battere la Bulgaria, avversario non irresistibile, a Lucerna con più di due gol di scarto, questa finirebbe non solo a pari merito con l’Italia, ma conquisterebbe grazie alla differenza reti il pass per la qualificazione ai mondiali. Gli azzurri di conseguenza rischierebbero di rivivere un film già visto: quello dei play off.
Abbiamo sofferto nel primo tempo ma nel secondo abbiamo fatto bene, ci è mancato solo il gol.
Ora testa a lunedì, dobbiamo fare la nostra partita e andare al Mondiale. pic.twitter.com/0yrjmRTiN7
— Roberto Mancini (@robymancio) November 13, 2021
Un rischio troppo grande per il calcio italiano: dopo la crisi economica portata dal Covid, un eventuale mancato ingresso ai mondiali rischierebbe di sfaldare ulteriormente un sistema già in grave crisi di ricavi e di sponsor.
A confermare questa tesi anche il mancato passaggio dell’Inter al fondo PIF, la cui responsabile, interpellata sulla questione ha sottolineato come l’acquisto del club nerazzurro non fosse conveniente vista la situazione del calcio italiano.
Con queste pressioni Mancini, già dopo la sfida con la Svizzera, ha iniziato a predicare calma in tutto il paese, mostrando fiducia a quegli stessi ragazzi che solo pochi mesi erano portati in trionfo per le vie di Roma come degli eroi, e che oggi sono messi dal primo all’ultimo in discussione.
Giovanni Ruoppo