Covid e crisi a Napoli: il coprifuoco dell’economia che preoccupa tutti
Coprifuoco e lockdown parziali, la grande paura per l’economia a Napoli. Dal weekend coprifuoco alle 23, niente movida e tavoli vuoti. Le serrande si abbassano ma sotto al Vesuvio l’economia vive di mille facce, legali e informali.
I numeri del commercio e delle imprese
Allo stato attuale quasi 5700 imprese hanno chiuso solo a Napoli e provincia, circa 3700 hanno cambiato la proprietà, 108, sempre con riferimento a Napoli e provincia, sono fallite e centinaia si devono difendere da procedure di fallimento richieste da chi non ha avuto i pagamenti dei fitti.
Economia informale
“A Napoli chi vuole provare a stare fuori “dai guai”, negli anni si è aperto una bancarella in un mercato o fa l’ambulante con il carrettino della frutta per tirare avanti onestamente”. Lo dice Giovanni Pagano, sindacalista Usb, che fotografa le preoccupazioni di tutti coloro che in città “arrangiano”.
Nel centro e nelle periferie “si vive la strada, si vive la notte, con i carrettini dei panini o delle bibite”, che insieme a “pere e musso” e ” e’ spogne” ( le pannocchie), “sono una caratteristica fissa dei quartieri popolari, oggi tanto di moda con il nome più internazionale di street food”.
“Napoli è una città difficile, dove se sei fortunato riesci ad emigrare e ti crei un futuro, magari dopo aver lavorato per anni in un bar che tira fino alle 4 di notte a fare cocktail, insieme alle cornetterie e alle pizzerie. Come le commesse che lavorano 12 ore al giorno per 500 euro al mese, le cameriere o i ragazzi che consegnano le spese”, conclude Pagano.
I senza dimora
Cosa è stato fatto in questi mesi per chi “non può restare a casa” perché una casa non ce l’ha? Secondo l’assessore comunale Buonanno, intervenuta nella trasmissione Più di così su Radio Crc, i numeri dei clochard non sono aumentati in questi mesi. Però ha anche detto che c’è molta preoccupazione per i potenziali nuovi poveri. Resta sul terreno una domanda: coprifuoco o lockdown, dove andranno queste persone? Molte città come Roma e Milano sono in forte ritardo come hanno denunciato le associazioni che si occupano di senza dimora.
Napoli è davanti a un bivio, come tutto il Paese. In questa crisi l’economia esce dai grafici di piazza Affari e si abbatte sulle condizioni reali delle persone in carne ed ossa.
Giuseppe Manzo