Minorenni e violenza, ne parlano Ciambriello e Auricchio a Barba&Capelli
“Da un po’ di tempo ho la sensazione che vogliamo fare per questi minori i processi in piazza, sui social. Innanzitutto dobbiamo fare una distinzione. Il minore non si deve difendere da solo. Uno che si chiama o è minore è immaturo di per sé stesso. Ora al di là della responsabilità che hanno nei gesti, come abbiamo noi adulti, comparare un gesto che fa un quindicenne e un sedicenne a uno di quaranta, cinquant’anni mi sembra veramente un paradosso. Un minore che sbaglia, che commette un reato, è un vuoto. Questi minori di oggi sono molto diversi da quelli di quindici, venti e trent’anni fa. Hanno un vuoto esistenziale, affettivo, economico, relazionale. Vivono d’istinti e d’istante. La risposta, oltre al controllo che dobbiamo avere di loro, è ha la responsabilità più collettiva della famiglia, dell’ambiente in cui vivono, della scuola. Noi ogni anno ne fermiamo in Italia quattordicimila. Seimila, Napoli e provincia. E accompagniamo i servizi sociali, mettiamo alla prova, li portiamo in un carcere, per reati gravi. Perché voglio rasserenare che non è la giustizia che non c’è. Quando si prendono si commette un reato vieni condannato. Con le leggi italiane non con le leggi cattoliche o dei garanti. Però occorre liberare i minori per renderli adulti responsabili. Io qua vedo poche adulti responsabili che parlano.”
Queste le parole di Samuele Ciambriello, Garante dei detenuti della Regione Campania, intervenuto questa mattina a Barba&Capelli di Corrado Gabriele su Radio Napoli Centrale. Insieme a Ciambriello, sul tema dei giovani e della violenza è intervenuto anche Ciro Auricchio – Segr. Gen. USPP.
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