Cardinale Zuppi in Ucraina per una missione di pace, don Matino: momento decisivo
“Per fare pace c’è bisogno che entrambi (Russia e Ucraina) facciano un passo indietro ed è importante che lo facciano. Papa Francesco lo sta dicendo da molto tempo. Adesso il Papa ha fatto un nome che non aveva fatto. Nella diplomazia vaticana fare un nome importante vuol dire che quel passo in avanti già s’è fatto. Non si spende un nome, e poi così importante come quello del Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, un Cardinale delegato pontificio, non lo si spende se non si ha un minimo di garanzie che le cose possono andare avanti. Non dimenticate che Zuppi è già stato un mediatore. Cioè in altri termini, lui che proviene dalla comunità di Sant’Egidio ha guidato i percorsi e i dialoghi di pace in un conflitto insanabile di anni che c’era nella guerra civile in Monzambico ed è riuscito a a fare in modo che si arrivasse alla pace dopo tanti tanti anni. Tant’è vero che allora si parlò del premio Nobel per la pace alla comunità di Sant’Egidio. Io penso che sia un momento decisivo, spero che il nome di Zuppi stia ad indicare prossimi alla fine della guerra”.
Queste le parole di padre Gennaro Matino, nel suo appuntamento quotidiano a Barba&Capelli di Corrado Gabriele, intervenuto sulla decisione di Papa Francesco di affidare al cardinale Matteo Zuppi l’incarico di condurre una missione che contribuisca ad allentare le tensioni del conflitto in Ucraina e avviare percorsi di pace.
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