Donne R-Esistenti
di Maria Luisa Iavarone
Oggi 9 marzo esattamente un giorno dopo la cosiddetta “festa della donna” abbiamo deciso presso l’Università Parthenope in collaborazione con l’Unione Ciechi e l’aps ARTUR di parlare di “Donne Resistenti” perché a volte per Esistere bisogna Resistere.
In questi giorni i media ci rimandano immagini di donne che resistono e che subiscono la violenza della cultura maschilista della guerra; un’attività che le donne tradizionalmente odiano perché uccide figli e mariti e sconvolge l’armonia e l’ordine delle cose.
Le Donne sono naturali agenti di pace perché biologicamente portatrici della vita, generatrici di cura.
Sarà forse anche per questo che la storia non ci ha consegnato un unico dittatore donna.
Me le donne che resistono non sono solo quelle che sostengono i loro uomini al fronte ma sono anche quelle che combattono le piccole e grandi battaglie quotidiane, allevando un figlio disabile, sostenendo il peso della loro stessa disabilità.
Come fanno le straordinarie donne dell’Unione Ciechi che oggi sono al centro del nostro racconto.
Abbiamo voluto unire queste storie, apparentemente così distanti eppure così vicine, per trovare un diverso modo di celebrare la nostra “festa della donna”.
Le donne non vedenti di cui parliamo si dotano dell’incrollabile arma della speranza, che è quella della cura quotidiana, ed ogni giorno resistono svolgendo ordinarie faccende in maniera straordinaria, come mettere la macchinetta del caffè sul gas senza scottarsi o aiutare il piccolo in DaD districandosi nella giungla dei traduttori vocalici delle piattaforme digitali.
Le donne di cui raccontiamo si sono autoaddestrate a combattere una battaglia pacifica contro le difficolta e i dolori quotidiani che non le risparmiano.
Le emozioni che queste donne raccontano dovrebbero essere studiate all’Università come uno speciale “curricolo di competenze di genere”.
Trovare una via di uscita alle difficoltà della vita significa essere state capaci di canalizzare frustazione e dolore, dando un senso creativo e libero alla propria condizione, imparando a risolvere problemi, dimostrando autoefficacia personale e sociale.
Questo il messaggio di liberazione politica che vorremmo trasmettere oggi:
le donne resistenti non resistono solo, ma Esistono per davvero!
Quando saremo sempre più consapevoli di essere in tante “Donne Resistenti” allora forse non avremmo più bisogno di parlare ma semplicemente di essere riconosciute.
Buon 9 marzo: giornata della “resistenza femminile”.