Comunali, Alessandra Clemente: “Con Manfredi un ‘mappazzone’ unito dal potere”
“Questa campagna elettorale è un’esperienza straordinaria, stanno aderendo molte persone con energie incredibili. Ci sono competenze. Il mio messaggio ai napoletani è quello che possono trovare in me un sindaco che ascolta. Con la mia conoscenza della macchina comunale posso trasformare i problemi in progetti”. Lo ha detto la candidata sindaco di Napoli Alessandra Clemente intervenendo nella trasmissione Barba&Capelli condotta da Corrado Gabriele su Radio Crc Targato Italia e in onda dal lunedì al venerdì dalle 7 alle 9.
Poi arriva la stoccata contro gli ex alleati: “Il trasformismo è una pratica cara in questi tempi per conservare una posizione a discapito della coerenza. Con me ci sono i migliori che credono nell’idea di Napoli che è nostra e dei giovani, in cui tutti contribuiscono allo sviluppo. Con Manfredi c’è il più alto numero di persone coinvolte nell’amministrazione de Magistris come Raffaele Del Giudice o Roberta Gaeta. Per me è difficile vedere con loro anche Cesaro e altri esponenti di Forza Italia o personaggi come Mastella: un ‘mappazzone’ unito dal potere e interessato ai fondi del Pnrr”.
E ha aggiunto: “Poi vedo Maresca che ha ingannato l’offerta politica. Doveva essere civico e invece ha portato la Lega insieme alla Meloni. Io porto una coalizione con le civiche e i partiti di sinistra come Pap, Rifondazione e Partito comunista. Questo progetto non è calato dall’alto ma sono volti e storie di suole consumate e punto di riferimento per la città”.
E la Clemente ha concluso: “Sento la responsabilità come sindaco di portare le migliori esperienze e di migliorare senza commettere errori. La mia coalizione è un riferimento e come donna c’è un momento che tocca sempre la propria vita: fare un passo indietro perché c’è un uomo più forte. Questo passo indietro non intendo farlo perché ho visto donne fortissime in tanti settori e per questo mi candido con tante altre donne. Il futuro può e deve essere delle donne, i napoletani possono valutare e non devono farlo gli apparati o i giochi di partito”.