La Campania che riapre: De Luca accusa, i commercianti esultano e la crisi corre
Taisia Raio – Campania zona arancione. C’è chi esulta e chi protesta. E c’è Vincenzo De Luca che nella consueta diretta del venerdì ne ha per tutti. Prima ammonisce: “nessuno dice che il problema vero da affrontare è la movida” che la sua idea è quella di “consentire l’apertura serale, in condizioni protette, dei ristoranti, ma le attività di ristorazione devono chiudere tra le 23 e le 23:30 e dopo mezzanotte nessuno più in strada, almeno per altri due mesi”.
Per il governatore lo Stato “non è in grado di garantire niente” e lancia pesanti accuse sulla distribuzione dei vaccini: “continua il mercato nero dei vaccini. Ad oggi 200mila cittadini campani sono privati del vaccino, abbiamo ricevuto 200mila dosi in meno rispetto alla proporzione che sarebbe necessaria per la popolazione campana”. “La Campania – aggiunge – ha ricevuto un numero di vaccini pari al 25% della popolazione, siamo ultimi per fornitura in relazione alla popolazione. È una vergogna nazionale”.
A queste affermazioni c’è chi fa le pulci al presidente della Regione come l’opposizione 5 Stelle. Valeria Ciarambino chiede al governatore di dimostrare “con i numeri che la Campania avrebbe ricevuto ingiustamente meno vaccini di tutti”. Secondo la portavoce campana di M5S “le parole vanno sostenute con fatti e cifre e prima di pretendere un’operazione verità dal commissario Figliuolo, cominci lui a fare chiarezza e ci dica, una buona volta, se il numero dei vaccini ricevuti è o meno proporzionale alle categorie da vaccinare, tenendo conto che la Campania è la regione con il minor numero di ultra ottantenni e ultra settantenni del Paese. Un dato che ha il dovere di rendere noto e per conoscere il quale presenterò in questi giorni una richiesta di accesso agli atti”.
A festeggiare per la zona arancione sono le associazioni di commercianti e le categorie che hanno subìto maggiormente le chiusure a patto “che si riapra per non chiudere mai più” dopo giornate tra tensioni in piazza e scontri davanti Montecitorio.
Le accuse tra le istituzioni a ogni livello sono condite dai posizionamenti per l’imminente campagna elettorale. Il clima è esacerbato in una città e in una regione che stanno vivendo una crisi molto pericolosa non solo sotto il profilo sociale ed economico ma anche criminale.
È di ieri la notizia del gesto intimidatorio nei confronti del nuovo direttore del Presidio Ospedaliero San Giovanni Bosco, Luigi Vittorioso, che ha trovato le quattro gomme dell’auto squarciate, probabilmente dalla lama di un coltello.
“Un gesto vile e inqualificabile – dice il direttore generale Asl Na1 Ciro Verdoliva – Vittorioso deve sapere che l’intera azienda è al suo fianco. Quanto è avvenuto ci dice anche che il cambiamento avviato da tempo, e che si è già caratterizzato con azioni concrete, continua ad andare nella direzione giusta, finalizzato a sdradicare chi pensa di usare questo ospedale come casa propria. Non ci fermeremo, non ci fermeranno – conclude – nella nostra azione di ripristino della legalità”.
Tra il contagio che non ha fermato la sua corsa e la voglia di riaprire alla “normalità” ci passa un Paese che vive le pesanti conseguenze di questa crisi e che è appena iniziata.