Vaccini: Ema, avanti con Astrazeneca. E domani in Italia si riparte
“Dobbiamo continuamente ricordarci in quale situazione ci troviamo, in questa pandemia. Abbiamo vaccini sicuri ed efficaci, li dobbiamo usare”. Sono queste alcune delle parole che ha usato la direttrice dell’Ema, Emer Cooke, nella conferenza stampa dell’Agenzia europea per i medicinali dopo la sospensione di molti Stati delle somministrazioni delle fiale Astrazeneca. Non solo parole rassicuranti, però.
“Sulla base delle evidenze disponibili e dopo giorni di analisi approfondita dei report clinici dei risultati in laboratorio, delle autopsie e di ulteriori informazioni dagli studi clinici – ha continuato Cooke – non possiamo ancora escludere definitivamente un legame tra questi casi rari di trombosi e effetti indesiderati e il vaccino”.
Parole che non lasciano indifferenti, di certo non frasi del tutto confortanti. Se Pfizer, Moderna e Johnson & Johnson, proprio secondo Ema risultano efficaci anche contro le varianti, non vale lo stesso per Astrazeneca che, secondo Marco Cavaleri, responsabile della strategia vaccini dell’agenzia europea per i medicinali, in audizione alla commissione Sanità del Parlamento europeo ha detto, qualche giorno fa, che “secondo un piccolo studio su duemila casi, il vaccino AstraZeneca è risultato non efficace contro la variante sudafricana”, precisando comunque che saranno indispensabili studi più ad ampio raggio.
“La nostra responsabilità – ha continuato Emer Cooke nella conferenza stampa di oggi – è di giungere a una conclusione circa il fatto che i benefici superino o meno i rischi in modo che possano prendere una decisione informata e aumentare la fiducia nel vaccino”. E ancora: “Durante le attività di indagine e revisione avviate su alcune segnalazioni di eventi post vaccinazione Covid con AstraZeneca, abbiamo cominciato a vedere un piccolo numero di casi di un raro e inusuale, ma molto serio disturbo della coagulazione e questa osservazione ha innescato una ulteriore revisione focalizzata”.
Insomma Emer Cooke, ha detto e non detto. Ha rassicurato e non. Ha detto di continuare, ma che la responsabilità è dei Paesi che scelgono di continuare con Astrazeneca. Intanto però i casi di morte in seguito al vaccino, anche se, è necessario specificarlo, non scientificamente connessi alle somministrazioni delle fiale, fanno tremare, fanno sorgere dubbi, fanno tentennare.
L’ultimo caso quello di Sonia Battaglia, la donna impiegata in una scuola di San Giorgio a Cremano. I figli hanno denunciato che la 54enne, che a loro dire stava bene, ha iniziato ad accusare problemi di salute dopo il vaccino AstraZeneca cui si è sottoposta il primo marzo. La donna dopo circa dieci giorni dalla prima dose è stata ricoverata in gravissime condizioni ed è poi deceduta all’Ospedale del Mare. I familiari hanno chiesto che venga eseguita l’autopsia per chiarire le cause della morte.
I vaccini con le fiale Astrazeneca ripartiranno domani in tutta Italia, come ha assicurato il presidente del Consiglio Mario Draghi, perché non c’è tempo da perdere, perché siamo in una pandemia, perché come dice Ema: “I benefici superano i rischi”.