Resit e Terra dei Fuochi: “Servono uomini e mezzi per il controllo, rischio nuove ecomafie”
“La Resit è la madre delle ecomafie e della concerteria masso-mafiosa. Fu il fulcro del rapporto di Legambiente e rischia di essere dimenticata dopo che si stava facendo qualcosa”. Lo ha detto l’assessore comunale all’Ambiente Raffaele Del Giudice che è intervenuto insieme all’ex sindaco di Giugliano Antonio Poziello nella trasmissione Barba&Capelli condotta da Corrado Gabriele su Radio Crc Targato Italia e in onda dal lunedì al venerdì dalle 7 alle 9.
Del Giudice, come nell’intervista rilasciata al quotidiano ‘Il Mattino’, analizza amareggiato la situazione e i rischi: “Oggi leggere e sentire che la Resit è ancora orfana di chi deve avere competenza su un ex Sin e poi ex Sir, infine è tornato Sito di interesse nazionale dopo tante battaglie. L’appello è al Presidente del Consiglio e Ministro futuri e anche al Presidente della Regione di creare una struttura agile perché questa vicenda non può cadere nel dimenticatoio delle bonifiche”.
Poi aggiunge: “Le ecomafie si sono specializzate nelle società di comodo con il prestanome attraverso professionisti ed esperti, tutte strategie utilizzate per riciclarsi. La battaglia sulla Resit è su un territorio lasciato sguarnito. Se non si decide di mettere qui una caserma o istituti provinciali l’operazione Terra dei Fuochi diventa uno spot: servono investigatori e intelligence con presidi sul territorio per individuare le società di comodo. Da qui è nata la battaglia per inserire il reato di delitto ambientale. Oggi le tecniche sono diventate sofisticate e in pandemia l’economia diventa sommersa, produce e si sversa in modo sommerso”.
Per l’assessore ecco cosa fare per contrastare i nuovi fenomeni mafiosi: “Ora le piattaforme permettono di convertire le società di comodo con i prestanome. Quando non si riescono a realizzare cicli dei rifiuti in alcuni posti possiamo avere il rischio di smaltimento di sostanze non tracciabili. Per i comuni servono polizie locali: l’emergenza è quella, intelligence e assunzioni per le amministrazioni comunali”.
Sulla stessa lunghezza d’onda l’ex sindaco di Giugliano Antonio Poziello: “Sulle bonifiche si sono fatti proclami, titoli e foto con passerelle elettorali. Poi non è arrivato nulla di concreto a parte 50 telecamere. Servono forze concrete per il presidio di questa terra e non con 8 vigili e 4 carabinieri, nell’ordinario così non assicuriamo le attività”.
E conclude: “Credo che ci sia una necessità di forze di investigazioni e di mettere nel territorio di Giugliano un distaccamento dei Noe ma il ministro Costa non ci ha dato mai risposta. Si deve fare una riflessione sulle filiere produttive che apparentemente smaltiscono in modo lecito e poi fanno sversano illegalmente. Infine ci sono le industrie tessili che abusivamente producono e allo stesso modo sversano”.