Crisi di governo, Polito: “Renzi rischia di sparire, ora Conte deve dire se ha i voti”
“I numeri sono l’unica cosa che conta davvero, la politica si è interrotta e non c’è trattativa”. Lo ha detto il vicedirettore del Corriere della sera Antonio Polito nella trasmissione Barba&Capelli condotta da Corrado Gabriele su Radio Crc Targato Italia e in onda dal lunedì al venerdì dalle 7 alle 9.
Polito ha analizzato la situazione: “Dai numeri escono sorprese e Conte dice di averne abbastanza al Senato, vediamo quali sono. Le persone che vogliono formare un gruppo politico in sostegno al Governo non sono pubbliche e al momento sotto banco”.
Poi sulle ragioni della crisi ha aggiunto: “Renzi è partito in questa vicenda con argomenti che avevano una fondatezza su cui erano d’accordo Pd e settori dei 5 Stelle: la lentezza e la prima bozza del Recovery Plan. Strada facendo ha alzato il tiro fino alle dimissioni del Governo, il Pd non lo ha seguito. Fino ad ora è stato battuto sul terreno della tattica di palazzo e allo stato dei sondaggi Renzi lo mette in una situazione disperata perché rischia di sparire”.
E sugli sviluppi della crisi ha proseguito: “La partita non è chiusa. Il comportamento di Conte che rifiuta il tavolo e non dà le dimissioni, consentendo una via politica con il suo terzo Governo pone dei dubbi. Evidentemente il premier è sicuro di avere i voti in Parlamento e forse con la scialuppa di una sua futura formazione politica”.
Infine, Polito ha tracciato l’evoluzione del presidente Conte dal 2018: “Ha iniziato nel Governo gialloverde non avendo personalità politica. L’indebolimento di Di Maio e il karakiri politico di Salvini gli hanno consegnato uno spazio che ha imparato a usare con la tecnica dell’antica politica: uno stile democristiano tipico dei morotei, l’attesa e la tattica. In Parlamento però non esistono più partiti organizzati e robusti ma centinaia di parlamentari pronti a cambiare. Non credo che la pandemia lo abbia aiutato ma il Covid ha accresciuto il bisogno di Governo: la gente è più attenta se pensiamo che siamo a 150 miliardi di ristori”.