Amnesia Napoli dopo il tiro al bersaglio: assurdo ko in casa contro lo Spezia (1-2)
Poca cattiveria, errori, amnesia, una mentalità non da grande squadra. L’elenco delle parole può continuare all’infinito per spiegare questo assurdo Napoli-Spezia 1-2. Viene in mente Massimo Troisi col celebre “ ‘o Napule perde in casa cu ‘o Cesena”: con le neopromossa, però, è proprio il secondo tempo ad essere fatale. E nemmeno si possono richiamare vecchi fantasmi del passato con le sconfitte nel giorno della Befana (ad es.: Napoli-Fiorentina 2-3 Coppa Italia 1988, Juve-Napoli 1-0 serie A 1991, Inter-Napoli 3-1 seria A 2011 – ndr).
Il campo dice che con ultima e penultima in classifica gli azzurri lasciano a terra 5 punti nelle due gare casalinghe. Se prima di Natale Gennaro Gattuso si era assunto le sue responsabilità per il problema di salute, ora devono essere i calciatori a fare mea culpa.
Un primo tempo da tiro al bersaglio contro Provedel non è bastato per gonfiare la rete spezzina che mai aveva tirato in porta. A inizio ripresa ci pensa il nuovo entrato Petagna a realizzare il gol del vantaggio. Partita chiusa? Nemmeno per sogno, anzi inizia l’incubo. Al primo affondo dei liguri ecco un calcio di rigore (un po’ generoso) e il pareggio di Nzola. L’arbitro prova a “compensare” con una seconda ammonizione a Ismajli ed è espulsione.
A 15 minuti dalla fine si aspettava il forcing per mettere a segno il gol vittoria e invece 4 minuti dopo viene fuori il gol di Pobega dopo un altro svarione difensivo. Due azioni, due gol per gli spezzini che hanno dato tutto. Nei restanti 10 minuti più recupero Lozano e Petagna continuano a sbagliare e l’ingresso di Llorente non offre il guizzo almeno per il pari con un Insigne nervoso e tanta confusione più che un arrembaggio.
Nella domenica in cui gli azzurri potevano rosicchiare punti a Inter e Milan arriva, invece, una sconfitta casalinga che mette seriamente a rischio le ambizioni di alta classifica e, soprattutto, il morale di una squadra che non riesce a trovare la sua continuità mentale. Come dichiara capitan Insigne a Dazn a fine incontro: “è mancata cattiveria sotto porta. Su dieci tiri io ne ho fatti più di tutti e potevo fare di più”.
A questo punto Gattuso sarà di nuovo messo sulla graticola mentre il mercato in uscita non giova alla definizione di un gruppo che sembra dare il meglio solo dopo le cadute e mai quando deve fare prova di maturità vincente. Ora è necessaria la compattezza del gruppo o come dice Lorenzo “dopo una prestazione così puoi abbatterti e non ti rialzi più”.
Giuseppe Manzo