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CON LA BUFALA C’È UNA ANTICA ALLEANZA CHE NON VA TRADITA CON L’ABBATTIMENTO

CON LA BUFALA C’È UNA ANTICA ALLEANZA CHE NON VA TRADITA CON L’ABBATTIMENTO

A Barba e capelli è intervenuto DOMENICO FENIZIA, ex Direttore dell’Istituto Zooprofilattico di Portici, intervistato da Taisia RAIO, a proposito delle proteste degli allevatori casertani ha dichiarato:
Intervengo in qualità di Presidente del Comitato Amici della Bufala Mediterranea e vorrei innanzitutto tranquillizzare i consumatori dei prodotti della filiera bufalina tutta e della mozzarella in particolare: la mozzarella e tutti i prodotti sono sicuri e garantiti da procedimenti di sorveglianza e da controlli di qualità che li rendono salubri nutrienti e appetibili.
Per cui non c’è nulla di cui aver paura.
Siamo alla fine di un ulteriore piano triennale di risanamento degli allevamenti bufalini, ed è un piano risultato totalmente negativo, siamo caduti infatti in un enorme insuccesso, causato da molti motivi, uno dei motivi fondamentali è la mancata valutazione della percentuale di infezione all’inizio dei tre piani che si sono svolti dal 2007 al 2021.
Si sa che non è possibile applicare un piano di razionamento diretto mediante abbattimento se le percentuali sono molte alte, in questo caso, siccome le infezione sono molto radicate al territorio, le percentuali vanno moltiplicate per due o tre volte per poter iniziare a pensare di risolvere il problema. Sappiamo bene invece che purtroppo le brucelle in gran numero eludono i controlli analitici, non sempre immediati, e approfittando dei silenzi immunitari post infettivi dei neo soggetti infetti, contagiano direttamente o indirettamente tutti gli effettivi dell’azienda. In tal caso la quota batterica eliminata è enorme ed è superiore a quella proveniente dai soggetti infetti, positivi da lunga data; tale fenomeno interessa le aziende risanate prospicienti a quelle infette.
Questo è il classico fenomeno del “cane che si morde la coda” ovvero è quello che è successo negli ultimi 20 anni senza che si sia ottenuto alcun risultato favorevole.
Come uscirne
I metodi adatti che corrispondono alla situazione territoriale attuale sono 0 la vaccinazione dei vitelli a 3,4 10 mesi, in tal caso allo scadere del 4 anno di età potrebbero ripetersi i fenomeni infettivi con l’eliminazione a stillicidio delle bufale nuove infette e precedentemente vaccinate.
Tale piano sarebbe comunque viziato dalle continue “positivizzazioni” dei bufali adulti da abbattere o spostare in area contumaciale, per verificare una possibile guarigione dopo vaccinazione, ma ciò impedirebbe a tratti di godere della qualifica di azienda indenne. Utiizzando tale procedura si potrebbe ottenere il risanamento in 7 10 anni.
Altro sistema, che è quello che io propongo, è quello di vaccinare i vitelli dai 3 ai 10 mesi e in più tutti gli adulti annualmente nel periodo “interparto”, gli adulti risultati positivi andrebbero trasferiti in zona contumaciale per verificarne la guarigione, si otterrebbe così un beneficio immediato: le sieropositività diventerebbero rare e l’azienda potrebbe godere della stabile qualifica di azienda indenne dalla brucellosi. Tale esperienza è già stata fatta da noi all’epoca all’Istituto Zooprofilattico perché avemmo un permesso speciale del ministero della salute e in pochissimo tempo con il book 19 sono state risanate tantissime aziende che sono rimaste indenni fino agli anni 2000.
Quindi utilizzando tale procedure si potrebbe ottenere un risanamento in 3/5 anni, quindi non è l’uovo di Colombo, ma come si dice “nemo profeta in patria” e invece si vanno a cercare soluzioni all’estero, a roma, all’Istituto di Teramo, da altre parti quando qui in Campania abbiamo utilizzato strumenti di risanamento efficaci negli anni trascorsi.
La bufala mediterranea non è solo un mezzo per facili arricchimenti bensì un essere vivente che utilizza raffinati schemi mentali semi razionali, questo animale si affida all’uomo e partecipa a suo modo e nel suo mondo seguendo i percorsi indicati in maniera parzialmente cosciente, esercitando docilmente il suo ruolo, è questa una espressione di una antica alleanza che non deve essere tradita con l’abbattimento.
Oggi il regolamento UE 2016 n.429 ci impone di organizzare i territori in ragione della bio-sicurezza ovviamente questa è una tegola che cade sulla testa dei nostri allevatori i quali in territori poverissimi sono riusciti a creare delle industrie estremamente valide e tanti vorrebbero penalizzarli, ma noi dobbiamo solo lodare questi grandi artefici di sviluppo della nostra regione, l’allevamento bufalino viene dal lontano ‘400 ‘500 quando il Re Longobardo Agilulfo scese in Italia e al suo seguito portò questi animali, prima fermandosi a Benevento e poi nel salernitano dove sono rimasti da noi e hanno permesso la creazione di aziende funzionali e molto produttive. Quindi dobbiamo sostenere questi coraggiosi imprenditori che ancor oggi con la loro fantasia riescono a mantenere un ritmo produttivo di notevole entità.