La paura di Osimhen, il silenzio stampa e i soliti errori: fotografia della stagione del Napoli
In quella capocciata di Osimhen che ha spaventato tutti dentro e fuori il campo c’è il simbolo della stagione del Napoli. L’attaccante nigeriano a fine partita ha battuto la nuca dopo un contrasto e ha perso i sensi, poi la corsa in ambulanza dove ha ripreso conoscenza e il ricovero in ospedale in attesa degli accertamenti.
A termine dell’ennesima gara segnata dalle troppe assenze per infortunio e a calciatori in campo in condizioni precarie il Napoli conta i soliti errori difensivi. Quello di Mario Rui in marcatura sulla prima rete, quella dei buchi durante le incursioni bergamasche nei successivi tre gol. Nonostante la reazione immediata allo svantaggio con la bella rete di Zielinsky e la possibilità di rientrare in partita con il 2-3 in autorete l’Atalanta segna ad ogni affondo.
La squadra è un continuo vorrei ma non posso dove l’assenza di carattere confina con l’atteggiamento di sufficienza e la fatica a correre più degli avversari. Dopo l’uscita dalla Coppa Italia in semifinale Bergamo rappresenta un altro crocevia: ora è a rischio anche la zona Champions. In questo momento così complicato c’è il ritorno in Europa League contro il Granada: ribaltare lo 0-2 dell’andata rappresenta un’impresa per l’unico obiettivo stagionale rimasto.
Ora la società sceglie il silenzio. Il Napoli da stasera è in silenzio stampa per decisione della società, non si sa per quanto tempo, l’ha comunicato l’ufficio stampa del club azzurro. La campagna mediatica contro Gattuso sull’onda del malcontento dei tifosi ha portato il Calcio Napoli ha silenziare i suoi tesserati. Non si sa se questa decisione porti i frutti sperati per la tranquillità dell’ambiente, sicuramente le troppe voci sull’esonero dell’allenatore e il fantasma di quelli del passato sono stati veleno distillato in un momento cruciale della stagione.
Giovedì e domenica nel silenzio dello stadio Maradona si capirà se questa stagione diventa una lenta attesa o agonia per far terminare un’annata calcistica azzurra dove troppo presto si è sparato contro invece di capire i problemi dell’organico o la sua sopravvalutazione alla luce dei tanti infortunati eccellenti.
Giuseppe Manzo