Pregliasco: “Scuole aperte, un rischio da gestire con buon senso. Vaccini fondamentali”
“La malattia sembra banale e si sottovaluta ma i numeri sono sottostimati perché bisogna valutare la mortalità complessiva e le conseguenze su altre patologie”. Lo ha dichiarato il virologo Fabrizio Pregliasco intervenendo nella trasmissione Barba&Capelli condotta da Corrado Gabriele su Radio Crc Targato Italia e in onda dal lunedì al venerdì dalle 7 alle 9.
Sull’emergenza pandemica Pregliasco non ha dubbi: “Dobbiamo affrontarla in modo più aggressivo e possiamo farlo con le vaccinazioni che sono fondamentali per recuperare salute e economia. Il lockdown è stata l’unica possibilità ma non si può andare avanti così perché c’è una rivolta sociale contro le disposizioni. Credo che a fronte dell’esperienza sia fondamentale il pensiero sul futuro: utilizzare alcuni aspetti positivi come la digitalizzazione e recuperare nuove opportunità per l’economia”.
Sui vaccini il virologo sottolinea che “E’ importante avere più fornitori di vaccini, siamo solo con due aziende ed è un monopolio. Con l’arrivo del prossimo autunno sarà importante avere anche una risorsa interna. Più si riesce ad avere una copertura e più ci sono vantaggi. È fondamentale l’equa distribuzione a livello mondiale per non permettere la diffusione delle varianti nei paesi in via di sviluppo”.
Sulla scuola secondo il professore vanno riprese le attività in presenza: “La dad può essere un’opportunità di svolgere in modo complementare le normali lezioni. Ovviamente serve equità di tablet e connessioni. Resta importante però la presenza e credo che la scuola debba essere riaperta con le dovute attenzioni: distanziamento, trasporti. È un rischio da correre ma gestito con buon senso”.
Infine sulle polemiche sui dati della Lombardia Pregliasco chiude: “E’ una raccolta dati complessa e 54 errori è una percentuale bassa. L’elemento che si è inserito è una discussione politica tra livello regionale e nazionale e su chi prende decisioni istituzionali a volte impopolari. La polemica diventa sterile e incide sul cittadino che aumenta la sua insofferenza verso le decisioni di chiusura”.