Cultura, Giulierini (MANN): “in questi mesi 5 milioni di incassi in meno, chiedo sobrietà alle istituzioni locali”
“Non basterà il virus a cancellare un’identità millenaria ma non dobbiamo rimanere inermi”. Lo ha dichiarato il direttore del Museo Archeologico di Napoli (Mann) Paolo Giulierini intervenendo nella trasmissione Barba&Capelli condotta da Corrado Gabriele su Radio Crc Targato Italia e in onda dal lunedì al venerdì dalle 7 alle 9.
Sulle misure del governo Giulierini spiega quali sono state le conseguenze per il Mann: “C’è stato un atteggiamento legato alla razionalizzazione. Il museo è un servizio essenziale ma era un po’ strano che una parte fosse aperta e una chiusa. È prevalsa una chiusura per tutti ma credo che capitando a novembre non incida nel processo di rilancio. L’importante è che si possa aprire prima dell’8 dicembre. Il Governo sta già lavorando perché a giorni dovrebbe arrivare la seconda tranche dei mancati incassi: il museo di Napoli ha perso 5 milioni di euro. Alle istituzioni campane e napoletane chiedo sobrietà e collaborazione, alla comunità chiedo di sostenerci facendo l’abbonamento a dicembre per aiutare la cultura”.
Il direttore poi sottolinea come si riorganizza il Mann: “stiamo preparando un’offerta digitale molto importante. Il 23 novembre in occasione dei 40 anni del terremoto ci sarà una mostra titolata 19.34, orario della scossa. Siamo stati insigniti dal Politecnico di Milano come museo più attivo su Facebook nella prima ondata e siamo tra i primi posti nel secondo lockdown. C’è un grande interesse di questa comunità digitale che si somma con quella fisica. Speriamo si possano congiungere”.
Poi cita alcune delle novità in programma: “i cantieri possono continuare. Avremo l’8 marzo la mostra sui gladiatori, il 30 giugno le aree pubbliche delle città vesuviane come Ercolano e Pompei. Il 30 ottobre il raddoppio della sezione pompeiana. Dopo questa pandemia Napoli ritroverà il primato nella archeologia mondiale”.
Sull’impatto dell’emergenza per chi lavora nei beni culturali Giulierini ricorda che “per la cultura lo Stato deve fare la sua parte. Anche i musei possono farsi parte attiva per chi lavora nei beni culturali: abbiamo aperto uno sportello con Invitalia per creare start-up e sostenere quelle cooperative per la gestione del patrimonio che non è solo nel museo ma in tutti i siti e le chiese del centro storico”.