Salute, Caldoro: “medicina territoriale senza strumenti, errore di De Luca”
“La medicina territoriale non è stata dotata di strumenti e sicurezza per poter operare”. Lo ha dichiarato Stefano Caldoro, capo dell’opposizione di centrodestra in Regione Campania intervenendo nella trasmissione Barba&Capelli condotta da Corrado Gabriele su Radio Crc Targato Italia e in onda dal lunedì al venerdì dalle 7 alle 9.
Sulla situazione negli ospedali Caldoro, annunciando una mozione del centrodestra in consiglio, precisa: “avrei organizzato la medicina territoriale e le Usca, vero filtro alla ospedalizzazione. La prima non è stata dotata di strumenti e sicurezza per poter operare. Ci sono stati appelli della medicina di base che chiede questa possibilità. Sono stati due grandi errori della Regione Campania che è in emergenza per tale motivo”.
L’ex governatore ritorna sulle polemiche e interviene sul tweet di Toti: “il match messo in campo durante la campagna elettorale è di chi ha puntato solo sull’emergenza Covid, presentata come un ‘miracolo’. La verità è che erano tutte bugie. Bisogna tornare alla serietà. Non avrei scritto mai un tweet come quello di Toti. Una brutta pagina come quando si perde il controllo”.
Caldoro sottolinea anche la questione dei tetti di spesa e il rapporto con il privato convenzionato: “questa è una vecchia battaglia in una situazione dove il fabbisogno per le cure obbligatorie coperte dal pubblico riesce a compensare solo metà anno. E’ una cosa gravissima per due argomenti: sono finiti i tetti di spesa anche in regime di blocco delle prestazioni. Con il Covid sono stati fermati i ricoveri ordinari e quindi avrebbero dovuto aumentare i tempi di prestazione. Invece non c’è più la copertura economica e quindi c’è un’incapacità di gestione della spesa. Ora il privato è stato chiamato a collaborare per l’emergenza”.
Sul Dpcm in arrivo Caldoro chiede moderazione: “mi auguro che dal Governo ci sia equilibrio sulle decisioni. Il lockdown totale sarebbe un fallimento. La scuola è l’ultimo presidio che deve essere chiuso. Vanno fatte cose equilibrate, lasciare le attività produttive e gli istituti scolastici. In Campania abbiamo un’orgia di ordinanze, siamo a 87, fatte da 2-3 persone con chi non ha competenza di programmazione sanitaria. Non c’è stato mai un confronto nonostante la nostra disponibilità a fare proposte”.