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“Giornata dell’Unità nazionale”, la storia di una festa

“Giornata dell’Unità nazionale”, la storia di una festa

Oggi, 17 marzo, per l’Italia, non è un giorno qualsiasi. Ufficialmente si celebra la “Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’inno e della Bandiera”, festa istituita nel 2012. A Roma ai piedi della scalinata del Vittoriano il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, i presidenti di Camera e Senato, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa, il ministro della Difesa Guido Crosetto, il presidente della Corte costituzionale Giovanni Amoroso e il sindaco della capitale Roberto Gualtieri si sono riuniti per una cerimonia che ha visto il capo dello Stato, Sergio Mattarella, deporre una corona d’alloro in memoria del Risorgimento e dell’unificazione della Patria. Sono passati 164 anni dal 1861 anno in cui nacque il Regno d’Italia. È proprio qui che si riapre un antico dibattito che da decenni infiamma i cuori dei meridionalisti e fa discutere gli storici. In effetti in quel remoto giorno a Torino il re Vittorio Emanuele II di Savoia diventò il primo re d’Italia mantenendo il titolo di “II” poiché egli  fu anche ultimo sovrano del Regno di Sardegna e Piemonte. Il 20 settembre 1870 egli completò l’opera quando i bersaglieri italiani penetrarono a Roma attraverso la breccia di Porta Pia che pose fine al potere temporale dei pontefici: di lì a poco, il 1° luglio 1871, Roma divenne la nuova capitale del Regno. Ciò valse al re il titolo di Padre della Patria. Infatti, quando nel 1878 il sovrano morì, mentre il corpo del re veniva seppellito nel Pantheon, il Governo iniziò a progettare sempre a Roma il futuro Vittoriano, ovvero un monumento in grado di celebrare degnamente il Padre di questa tanto discussa Patria che ancora attualmente non è percepita fortemente tale come in altri paesi. Grava su tutta la vicenda la questione meridionale e l’opera di conquista perpretrata da Giuseppe Garibaldi con la celebre spedizione dei Mille che, di fatto, scacciò via i Borbone dal Mezzogiorno. Che sia stata liberazione o conquista dipende dai punti di vista e dalle opinioni di ciascuno ma un dato di fatto oggettivo resta: da allora ad adesso, anno 2025 il problema di un Sud trascurato e meno industrializzato del Nord ancora permane e si riflette nella realtà lavorativa, economica e sociale quotidiana. In un’epoca in cui si dovrebbe tendere ad un’Europa salda e unita, la penisola italiana si porta dietro ancora atavici problemi, antiche rivalità ed innegabili divergenze che emergono costantemente e che il mondo della politica sembra proprio non riuscire a sanare.

Articolo a cura

di Francesco Di Somma