La vergogna di Ascoli, identificata dalla polizia per lo striscione antifascista
Nel giorno della festa della Liberazione si verifica un increscioso episodio che colpisce l’opinione pubblica e trasmette l’idea di un assurdo clima di repressione proprio nella giornata dedicata alla libertà. L’imprenditrice ascolana, Lorenza Roiati, titolare del panificio “L’assalto ai forni” di Ascoli Piceno è stata visitata per due volte dalle forze dell’ordine locali per “accertamenti”. Il motivo è aver appeso al muro della sua attività uno striscione con la scritta “25 Aprile, buono come il pane bello come l’antifascismo“. Lo denuncia lei stessa che ha filmato l’intervento della polizia che le ha chiesto di identificarsi. Siamo al cospetto di un immotivato e reiterato abuso di potere da parte della polizia che non è passato inosservato e ha colpito le forze politiche della sinistra. Ciò che forse è ancor più grave è la clamorosa autorete dei poliziotti, comunemente identificati come ostili alle manifestazioni di libertà nell’immaginario comune, che hanno interpretato alla lettera questo ruolo di repressori contribuendo a diffondere una brutta immagine delle forze dell’ordine che dovrebbero essere simbolo dello Stato schierate a tutela dei cittadini e non una minaccia alla libera espressione di pensiero. Tutto ciò assume un sapore ancor più amaro perché avvenuto per “disposizioni di governo” nel giorno in cui si festeggiano gli 80 anni di libertà dalle truppe nazifasciste che a democrazia e libertà mai lasciarono spazio.
Articolo a cura di
Francesco Di Somma