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Migranti Albania: la società che ha vinto l’appalto da 134 milioni di euro aveva assunto 3000 persone nell’ultimo biennio

Migranti Albania: la società che ha vinto l’appalto da 134 milioni di euro aveva assunto 3000 persone nell’ultimo biennio

Medihospes è la cooperativa con oltre 1.500 dipendenti che in tutta Italia offrono quasi 2 milioni di ore di accoglienza all’anno, assistenza e cura a oltre 7.500 persone ogni giorno”.

Sul sito medihospes.it non hanno fatto ancora le opportune correzioni all’organico con cui svolgono i servizi indicati, si perché nel 2024 risultano aggiudicatari della gara da 133 milioni di euro per la gestione delle strutture di Gjader e Shengjin. Ma non solo la cooperativa sociale dall’inizio dell’anno ha vinto oltre 60 appalti, vinto per modo di dire perché l’80% le sono stati affidati con procedura ristretta o affidamento diretto in molti casi.

Medihospes fa parte di una sistema di imprese che si è aggiudicata gara per un valore complessivo superiore ai 6 miliardi di euro in Italia.

Ma poi sul sito indicano che i lavoratori sono solo “più di 1.500”. 

Siamo andati a leggere i dati del bilancio sociale pubblicato sul loro sito per vederci chiaro.

Spicca nel bilancio sociale l’anzianità dei lavoratori così distribuita

solo 84 persone hanno una anzianità di servizio superiore a 12 anni, 359 da 8 a 12, 673 da 4 a 7 anni. E’ poi in “epoca meloniana” che compiono il salto di qualità, tra il 2021 e il 2023 si registrano 3207 persone che sono entrate in Medihospes (in serie con gli affidamenti diretti di cui abbiamo parlato prima).

E l’Albania?

Con quante figure professionali affronterà la trasferta albanese la cooperativa sociale? Bisognerà forse attendere la pubblicazione del bilancio sociale del 2024 per capirlo meglio

Intanto come verranno impiegati i 133 milioni di euro messi a bando ed aggiudicati alla cooperativa sociale?

Sempre dal sito della cooperativa sono stati avviate le procedure di reclutamento del personale da impiegare:

  1.  nr. 89 operatori accoglienza con e senza esperienza nel settore dell’accoglienza agli immigrati che verranno impiegati per i servizi di accoglienza di base da espletare nelle 24h
    presso i centri di Gjader e Shengjin. A titolo esemplificativo e non esaustivo le prestazioni riguarderanno somministrazione pasti – consegna beni – accompagnamento e accoglienza allo
    sbarco degli immigrati – pulizia alloggi e luoghi comuni. Il personale selezionato verrà assunto con decorrenza 01.08.2024 (data suscettibile di modifiche) con contratti a tempo determinato per 3 mesi con eventuale possibilità di proroga.
    – paga base netta B1 € (1.200,00 circa)
    – richiesta disponibilità Turno notturno
    – parametro h settimanale: 38 h
  2.  nr. 5 figure per garantire servizi amministrativi con comprovata esperienza nell’utilizzo del computer, pacchetto office, applicativi informatici. È richiesta conoscenza scritta e parlata della lingua italiana e della lingua albanese. Il personale selezionato verrà assunto con decorrenza 01.08.2024 (data suscettibile di modifiche) con contratti a tempo determinato per 3 mesi con eventuale possibilità di proroga.
    – paga base netta D2 € (1.300,00)
    – parametro h settimanale: 38 h
  3.  nr. 3 operatori Informatici con esperienza documentata nel settore informatico da utilizzare a supporto software e hardware del sistema di gestione informatizzato utilizzato per
    l’erogazione dei servizi presso i centri di Gjader e Shengjin. E’ richiesta conoscenza scritta e parlata della lingua italiana.  Il personale selezionato verrà assunto con decorrenza 01.08.2024 (data suscettibile di modifiche) con contratti a tempo determinato per 3 mesi con eventuale possibilità di proroga.
    – paga base netta C1 € (1.000,00)
    – parametro h settimanale: 28h
  4.  nr. 36 operatori sociali atti a svolgere servizio di assistenza sociale presso i centri di Gjader e Shengjin il servizio si sostanzia in un approccio multidisciplinare di presa in carico dell’immigrato. Verranno prese in considerazione le candidature di:
    – Educatori professionali socio-pedagogico con titolo qualificante; – Assistenti sociali; – Operatori dei servizi di istruzione/formazione e della continuità educativa; – Assistente comunicazione con titolo specifico (a titolo esemplificativo ma non esaustivo: L.I.S.); – Educatore senza titolo; – Laureati in antropologia; – Laureati in scienze politiche; – Laureati sociologia; – Laureati in scienze giuridiche.
    Il personale selezionato verrà assunto con decorrenza 01.08.2024 (data suscettibile di modifiche) con contratti a tempo determinato per 3 mesi con eventuale possibilità di proroga.
    – paga base netta D1 a 38h (1.300,00) a 35h (1.250,00)
    – paga base netta D2 € 38h (1.350,00) a 35h (1.300,00)
    – parametro h settimanale: nr. unità 30 a 38h + nr. unità 6 a 35h

Le richieste sono ovviamente anche formulate in albanese.

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Secondo fonte ANAC – Autorità Nazionale Anti Corruzione da gennaio a giugno 2024 la cooperativa ha già vinto ben 61 appalti: uno attraverso gara “aperta” e l’82% del totale tramite un affidamento diretto.

  1. La maggior parte degli appalti, circa il 42%, è su Roma dove la gestione è della Prefettura, la stessa che ha gestito la gara da 133 milioni per l’Albania.

Lo spiega molto bene una inchiesta giornalistica che ricostruisce l’ascesa di Medihospes realizzata da   e pubblicata il 21 Giugno 2024 pubblicato su Altreconomia, di cui qui pubblichiamo uno stralcio rinviando per maggiori approfondimenti al link

https://altreconomia.it/inchiesta-su-medihospes-regina-dei-centri-per-i-migranti-dallitalia-allalbania/

«Il volume di fatturato totale di Medihospes è di oltre 128 milioni di euro e in costante crescita. Il settore “asilo e immigrazione”, anche senza la gara albanese che ovviamente non è ancora conteggiata nel bilancio 2022, l’ultimo depositato in Camera di commercio, aumenta da 47,6 milioni a 62,6 milioni. L’importo riconosciuto dalle prefetture alla cooperativa per la gestione dei centri è cresciuto del 93% tra il 2021 e il 2023 (da 23,7 milioni a 45,9). Più risorse e più prestigio: l’attività a favore dei richiedenti asilo svolta in questi anni ha portato infatti la cooperativa a ottenere il riconoscimento “We Welcome” da parte dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr).

Gli affari crescono anche negli altri settori: la voce “assistenza alla persona” passa da 35,9 a 55,9 milioni di euro così come l’ambito “emergenza e marginalità sociali” (6,2 a 8,1 milioni di euro). E Medihospes nel corso degli anni non si è limitata solo ad ampliare l’offerta di servizi ma anche le partecipazioni in altre cooperative e imprese. Ne ha di attive, sempre a Roma, nell’ambito della sanità (Kosmos Srl, Roma Medical Center Srl, Medinext) ma anche, nuovamente, dell’immigrazione. La quota di 7.934 euro (valore netto) relativa al Consorzio Sisifo, detenuta al 31 dicembre 2022, è solo economicamente poco significativa.

Il nome del consorzio è tra i protagonisti delle vicende riferite al Cara di Mineo (Catania), quello che è stato il più grande centro di richiedenti asilo esistente in Europa. A partire dal 18 ottobre 2011 la gestione passò dalla Croce Rossa a un’associazione temporanea di imprese che comprendeva, tra le altre Sisifo, Casa della solidarietà, La Cascina Global Service e Senis Hospes (che poi diventerà Medihospes). La vicenda durò anni e si susseguirono sette proroghe per un totale di cento milioni di euro di importo prima della chiusura del centro nel luglio 2019. Nell’aprile 2014 a definire “illegittima” la gara d’appalto fu l’allora presidente dell’Anac Raffaele Cantone. Ne nacque addirittura una Commissione parlamentare d’inchiesta.

Ma i nomi di Senis Hospes, La Cascina, Sisifo e Tre Fontane tornano alla ribalta anche a Foggia, per le condizioni di vita dei richiedenti asilo “accolti” a Borgo Mezzanone. A inizio giugno 2017, per aggiudicarsi nuovamente la gestione del centro, la Senis Hospes offrì un ribasso del 42,23% con un costo giornaliero di 20,57 euro rispetto ai 35 proposti dalla prefettura. Come è possibile garantire i servizi a quel prezzo? Le critiche arrivate alla cooperativa di Senis, che a luglio 2017 si vide revocare la gara dal Viminale proprio per il “ghetto” di Borgo Mezzanone, spingono la cooperativa a cambiare nome.

Il 27 ottobre 2017 nasce così formalmente Medihospes che oggi ha sede, come detto, in via Antolisei 25 a Roma. E il “peso” della cooperativa -in termini di gare vinte e di posti di lavoro che garantisce (quasi 4mila)- va letto considerando tutto ciò che ruota intorno a quel civico di Tor Vergata. Qui infatti hanno sede tutte le cooperative e imprese riconducibili al gruppo “La Cascina” che, secondo quanto riportato sul proprio sito, è nato nel 1978 “su impulso di don Giacomo Tantardini”, allievo di don Giussani e punto di riferimento di Comunione e liberazione a Roma, e grazie anche al “contributo simbolico di 70mila lire donate dall’allora cardinale Luciani (poi papa Giovanni I, ndr)”. Al motto “testa da impresa, cuore da cooperativa” -si legge sempre sul sito- il gruppo avrebbe raggiunto i “36 milioni di pasti erogati ogni anno, le 700mila ore di assistenza e un fatturato che supera i 300 milioni di euro”.

La Cascina è stata coinvolta nell’inchiesta nota come “Mafia Capitale”. Le interdittive antimafia firmate nell’estate del 2015 dall’allora prefetto Franco Gabrielli colpirono infatti la Cooperativa di lavoro La Cascina, La Cascina Global Service, Vivenda Spa e il consorzio di cooperative sociali Casa della solidarietà (lo stesso del Cara di Mineo) costituito da Osa Mayor Onlus, Domus Caritatis, Mediterranea Onlus, Tre Fontane (queste ultime tre oggi tutte assorbite da Medihospes). Il Tribunale di Roma dispose anche l’amministrazione giudiziaria per le aziende (27 luglio 2015) che durò fino al 19 luglio 2016, secondo quanto ricostruito dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno delle mafie (relazione del 7 febbraio 2018), quando il tribunale stabilì che le imprese coinvolte avevano “reciso definitivamente ogni rapporto con ambienti criminali” ma disponendo il controllo giudiziario (una misura meno invasiva del commissariamento) per favorire la “creazione di validi modelli organizzativi”. La fine di un capitolo buio che ha poi lanciato definitivamente il gruppo legato a La Cascina. Con ricavi importanti.»