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IMMIGRATO MORTO NELLO SCOPPIO A FORCELLA

IMMIGRATO MORTO NELLO SCOPPIO A FORCELLA

Non ce l’ha fatta il cittadino bengalese ricoverato da sabato insieme ai connazionali, le sue condizioni erano disperate e non c’è l’ha fatta uno dei tre cittadini bengalesi ricoverati da sabato in ospedale dopo l’esplosione nel basso in cui vivevano. Troppo gravi le ustioni riportate nell’incidente, probabilmente causato da una fuga di gas. Md Badoul, questo il nome della vittima, 41 anni, è morto nella Rianimazione al Cardarelli. L’esplosione è avvenuta in vico Pace, nel cuore di Forcella, in un basso dove i tre vivevano e che forse stavano ristrutturando. Il 41enne era giunto al Pronto soccorso con traumi da schiacciamento toracico ed ustioni sul 30 per cento del corpo. Restano in Terapia intensiva grandi ustionati, intubati e sedati, altri due connazionali del Bangladesh, di 60 e 43 anni, rispettivamente con ustioni sul 65 per cento e l’85 per cento del corpo. Anche per loro le condizioni sono estremamente gravi. Sull’esplosione indaga la Procura per disastro colposo, ma l’inchiesta si allarga anche sul vergognoso affare delle case ghetto. Per gli invisibili di Forcella persino la nazionalità è rimasta un mistero per tre giorni. Solo lunedì si è scoperto che i tre uomini tirati fuori dalle macerie sono del Bangladesh, e non cingalesi come si pensava all’inizio, né senegalesi come sosteneva qualcuno. Abitavano con altri connazionaliin un buco, un basso che affaccia da un lato su vico Sana Maria Antesaecula e dall’altro all’interno di un vecchio palazzo da cui si accede da vico Pace con una grata che spuntava sul pianerottolo del condominio per permettere a un po’ d’aria di entrare. Poco più di uno scantinato, insomma. L’intero palazzo è sotto sequestro e sono 12 le famiglie sgomberate che hanno trovato sistemazioni di fortuna Tra l’altro ieri alcuni abitanti degli stabili vicini hanno lanciato l’allarme e chiesto l’intervento della polizia perché l’area sottoposta a sequestro è stata violata da alcuni ragazzini. Il consigliere comunale della municipalità 4, Armando Simeone, chiede l’intervento del Comune e propone il lutto cittadino: « Cosa stanno facendo l’assessore al Welfare, Luca Trapanese e il sindaco Manfredi? Questa è una tragedia annunciata. Qui si vive in condizioni disumane » . Sull’esplosione indaga la Procura per disastro colposo, ma l’inchiesta si allarga anche sul vergognoso business delle case ghetto. Gli immigrati senza permesso di soggiorno sono sotto ricatto. Per pochi metri quadratati versano dai 300 ai 700 euro a proprietari fittizi di locali abusivi o già sotto sequestro. Sfruttamento dell’immigrazione ma anche traffici legati alla prostituzione. Donne straniere pagano affitti cari ( anche 600 euro) per la stanza dove vivono e si prostituiscono. Negli stessi bassi, poi, si spaccia e sono anche utilizzati, così è stato scoperto in passato, per nascondere armi. Dietro c’è l’ombra della camorra e non è un caso, che su quanto avvenuto, insieme alla Procura ordinaria, indaghi anche l’Antimafia.
Degrado e sofferenza ma anche interventi per aiutare chi cerca di tirare avanti tra mille difficoltà. Tanti i progetti promossi dalla parrocchia di San Giorgio Maggiore e dall’associazione medici di strada. «A partire dal protocollo di lavoro congiunto con il distretto sanitario 32 della Asl Napoli centro 1 per uno screening della salute sulla popolazione femminile – afferma l’ex assessore regionale Rifondazione comunista, Corrado Gabriele – e sempre con la parrocchia abbiamo avviato una ricognizione su mestieri arti e professioni per creare un laboratorio in Chiesa per formazione e far incontrare domanda offerta di lavoro». Ma la situazione tra i vicoli, per anni regno di camorra e tutt’ora luoghi affari illeciti, la situazione resta molto difficile. Dal consigliere comunale Sergio D’angelo, che è stato sul luogo della tragedia, arriva un invito a non farne una questione “ securitaria” né a porsi il problema se si trattava di immigrati regolari: « Se la narrazione che scaturisce dalla tragedia di Forcella si avvita come al solito intorno ai temi della legalità e del decoro, abbiamo perso un’altra occasione per capire davvero questa città e cosa serve per cambiarla in meglio – afferma – ovviamente c’è unaquestione anche di legalità, se delle persone vivono in un sottoscala come conseguenza di una dinamica vorace che conduce alla messa in profitto di qualsiasi buco a qualunque condizione del territorio cittadino. Ma c’è qualcosa che va molto oltre, in una città ormai spaccata in due dove una parte molto rilevante della popolazione vive una condizione di disagio diventata insostenibile » . D’Angelo punta l’indice anche contro il turismo senza regole: « Quella monocoltura turistica che secondo una visione miope rappresenta l’unica occasione di sviluppo della città, ma somiglia sempre più da vicino a un far west senza regole in cui il benessere di qualcuno si costruisce sulla sofferenza di molti altri e si difende con la baionetta»