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Limiti elettromagnetici: Sergio Bellucci così aumenta rischio per lavoratori

Limiti elettromagnetici: Sergio Bellucci così aumenta rischio per lavoratori

L’Italia si prepara ad alzare limiti elettromagnetici. È stato approvato l’emendamento al Ddl Concorrenza di Fratelli d’Italia in IX Commissione del Senato, che consente l’innalzamento dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità relativi ai campi elettromagnetici. I valori passano – “in via provvisoria e cautelativa”, si legge nel testo – dagli attuali 6 volt metro a 15. Ora bisognerà aspettare i decreti attuativi.

 

Il contributo di Sergio Bellucci

Avevo iniziato la lotta quando lavoravo nel settore dell’alta frequenza del gruppo Fininvest. I lavoratori erano i primi a non curarsi della loro esposizione alle radiazioni elettromagnetiche durante il lavoro. Poi, durante il mio impegno politico, provai a far diventare quella piccola lotta in una attenzione generale. Stavano arrivando i cellulari e si moltiplicavano le antenne addirittura all’interno delle città. Dalle vette delle montagne le antenne arrivavano sui tetti delle nostre case.

Feci una lotta enorme per impedire che lo sviluppo della telefonia mobile si svolgesse senza regole. La battaglia, insieme ai tanti comitati contro l’inquinamento elettromagnetico che nascevano più o meno spontaneamente, portò a regole di salvaguardia che diventarono punto di riferimento a livello mondiale.

Anche solo la discussione su quali valori fossero di salvaguardia fu un confronto vivo, appassionato, colto. Alla fine si giunse ad un punto di mediazione: i famosi 6 volt al metro (6V/m) che riuscimmo a far approvare in Parlamento. Una delle volte in cui una lotta produce un indirizzo generale che incanala diritti e “fare umano”.

Ricordo anche tante “sottovalutazioni” (e anche i “contrari”) da parte di molti ambienti della sinistra (non è mica “lotta di classe”…) ma tanti, invece, che si impegnarono con me in quella lotta! Mi capita ancora, spesso, di ringraziarli nel mio cuore.

Avevamo raggiunto un quadro entro il quale il “principio di precauzione” aveva prodotto, forse in una delle rare volte, una linea di sviluppo (sostanzialmente ex-ante) di un settore industriale che tenesse conto della salute immediata e di quella a lungo termine, quella dopo decenni di irrorazione elettromagnetica.

Non avevamo fatto una lotta per “impedire” lo sviluppo ma ne volevamo (e ne ottenemmo uno) che teneva conto dell’uomo e dell’ambiente.

Fu (ed è) un punto di riferimento internazionale che sollevò l’attenzione su un tema che nessuno al mondo stava affrontando.

Ora il governo di destra, sulla spinta dei mercati e del “lasciar fare” alle imprese, cancella di fatto quei limiti che ci avevano fatto diventare un punto di riferimento a livello mondiale.

Questa, evidentemente, è la cultura che avanza… e non è un bel vedere…

Sergio Bellucci, giornalista e saggista