Strage di Capaci, don Matino: abbiamo sconfitto il dovere della memoria
“Al di là del fatto che noi la mafia non l’abbiamo sconfitta ma probabilmente abbiamo sconfitto il dovere della memoria. Questo sì. E in questo paese sembra che ricordare sia un delitto. E è la cosa che è in qualche modo singolare è che la memoria non condivisa è diventata condivisa nel non farne memoria. Cioè non c’è qualcuno che si prenda la responsabilità di dire ‘badate che mettere al centro i percorsi di vita, di suggestione, di coraggio, dei martiri che hanno lottato per dignità di questa democrazia e di questo Stato tenendo presente le regole come principio, non è soltanto una processione da fare una volta all’anno all’Albero della Legalità che fanno i ragazzi a Palermo’. La cosa è che in qualche modo questo nostro percorso di comunità dovrebbe tener presente che l’astringente attualità di una nuova delinquenza organizzata, che si chiami mafia o camorra o ‘Ndrangheta o sacra corona, che in qualche maniera si presenta molto più aggiornata sia dal punto di vista del business che dal punto di vista del look in giacca e cravatta, non dice niente di diverso da quella più aggressiva e spietata di qualche anno fa. Ma intanto noi abbiamo potuto in qualche modo fare i conti con questa realtà perché c’è stata chi l’ha studiata, chi l’ha investigata, chi l’ha combattuta, chi l’ha voluta contrastare fino a dare la vita come Borsellino e Falcone e loro scorte. Insieme a tantissimi uomini delle istituzioni che per ideali e per coerenza con i principi hanno difeso noi e lo Stato”.
Queste le parole di padre Gennaro Matino, questa mattina a Barba&Capelli in occasione dell’anniversario della Strage di Capaci.
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