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Qatargate, sì all’estradizione in Belgio di Cozzolino. Conte: nessun elemento di prova

Qatargate, sì all’estradizione in Belgio di Cozzolino. Conte: nessun elemento di prova

“Si è concluso il procedimento davanti alla Corte di Appello per consegnare Cozzolino alle autorità giudiziarie. Questa è l’espressione che viene utilizzata dalla legge. La Corte di Appello dopo tre mesi di attività istruttoria molto intensa, in verità i giudici hanno cercato di acquisire tutte le informazioni e i documenti possibili, e dopo un’udienza molto molto sofferta e lunga si sono ritirati in camera di consiglio e, ascoltati i difensori per ore, hanno preso loro stessi molto molto tempo per questa decisione. Ci sono state quattro ore di Camera di Consiglio, questo è molto significativo perché in un procedimento che si svolge in pochi minuti, in pochi giorni, quattro ore di Camera di Consiglio sono la testimonianza evidente di una sofferenza”.

Queste le parole di Federico Conte, Legale Andrea Cozzolino, intervenuto questa mattina a Barba&Capelli di Corrado Gabriele.

“La censura nostra è stata tanto forte e pregnante da chiamarli a mettere in discussione la stessa attività iniziale di immagine dell’autorità giudiziaria soprattutto sotto il profilo della necessità dell’arresto. C’è una domanda post che vogliamo semplificare al massimo: era davvero necessario chiedere l’arresto di Andrea Cozzolino perché rendesse l’interrogatorio o era sufficiente, e io la penso davvero così, utilizzare uno strumento semplice che si chiama OIE (Ordine investigativo europeo) e al cittadino italiano che è in Italia in quel momento chiedere di rendere l’interrogatorio o a un giudice italiano o per videoconferenza? – continua Conte – Il tema è proprio che noi non abbiamo nessun elemento di prova, nessuna dichiarazione, nessuna intercettazione, nessuna attività investigativa bancaria nelle carte a nostra disposizione. Abbiamo soltanto il testo del mandato di arresto europeo che fa un racconto molto generico dei fatti. Tanto generico da censurare, criticare, mettere in discussione la stessa legittimità dell’atto mandato di arresto europeo. Cosa che faremo anche e soprattutto davanti la Corte di Cassazione”.

Per riascoltare l’intervista completa: