Psichiatra minacciata con pistola, Verdoliva: nel processo l’Asl si costituirà parte civile
Una psichiatra, alle ore 19.30 di ieri è stata minacciata con una pistola da un paziente. La dott.ssa insieme ad un’infermiera, è riuscita a scappare al piano di sopra e sono state allertate le forze dell’ordine. È stato chiesto dai sanitari il fermo per il paziente ma si è poi proceduto – avendo il paziente problemi psicopatologici – al TSO. La stessa dottoressa, ancora sotto shock ma con un grande spirito di servizio, ha accompagnato il paziente in ambulanza in ospedale. Il paziente è ricoverato ora nel reparto psichiatrico di diagnosi e cura del PO San Giovanni Bosco. Ne ha parlato questa mattina a Barba&Capelli di Corrado Gabriele, Ciro Verdoliva, Direttore Gen. Asl Na1.
“La pistola era a salve – ha spiegato Verdoliva – però tu ti trovi in una pistola in faccia ed è un dejà vu rispetto a quello che è accaduto a Pisa. In quel momento il terrore l’ha fatta da padrone in tutto il centro e la dottoressa con un’infermiera per fortuna hanno avuto la lucidità e la la possibilità di salire al piano di sopra e di barricarsi in una stanza fino all’arrivo di tre volanti della Polizia di Stato che poi hanno messo in sicurezza la situazione e il soggetto è stato poi ricoverato in ospedale. La dottoressa era da sola, e qui viene fuori il problema delle risorse umane. Non si poteva fare altro che salire in ambulanza e la dottoressa lo ha fatto con grande spirito di abnegazione di professionalità e di rispetto anche perché il paziente resta sempre paziente nonostante tutto e viene prima di tutto. Lo ha accompagnato poi prima all’Ospedale del Mare poi al San Giovanni Bosco e il paziente oggi è è ricoverato e quindi è nostro paziente ma la dottoressa poi anche durante il tragitto ha subito atteggiamenti di violenza, e non voglio dire altro, all’interno dell’ambulanza. Tutto questo confluirà in una querela domani mattina alle 10.00, abbiamo appuntamento con l’avvocato penalista, con la dottoressa, l’azienda sicuramente si costituirà parte civile in un processo che auspichiamo in tempi rapidi perché non è necessario dare dei segnali alle persone ma soprattutto anche ai nostri dipendenti”
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