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Debito Comune di Napoli, Maresca: il sacrificio dei napoletani sta dando i primi frutti

Debito Comune di Napoli, Maresca: il sacrificio dei napoletani sta dando i primi frutti

“Ogni tanto credo che si tenda ad abbassare la guardia, soprattutto quando le mafie non si palesano in maniera evidente attraverso comportamenti aggressivi o omicidiari. Credo che ogni tanto faccia bene ricordarsi che purtroppo noi abbiamo vissuto periodi complicati. Ne abbiamo la necessità soprattutto oggi che con il Pnrr arriveranno tanti soldi. Dobbiamo purtroppo ricordarci che veniamo da più di 150 anni di criminalità organizzata nel nostro Paese e la criminalità si evolve e si adegua anche alle situazioni sociali ed economiche. Mantenere alta l’attenzione, anche andando nelle scuole e parlando con i ragazzi. È un lavoro continuo che va fatto e bisogna continuare a combatterla in tutti i modi: manifestazioni, programmi televisivi, libri e tutte le attività al di là del grande lavoro che poi fa la Magistratura. È un intervento che va fatto sul sociale”.

È intervenuto così Catello Maresca, Magistrato e Consigliere Comunale, questa mattina a Barba&Capelli programma di Corrado Gabriele in onda su Radioclub91.

“Il debito accumulato dal Comune di Napoli, che ammonta quasi a 5 miliardi, è un fardello pesantissimo – ha continuato Maresca – che l’amministrazione Manfredi sta cercando di affrontare. Ci fu all’atto dell’insediamento della nuova amministrazione un accordo con il Governo Conte che prevedeva una serie di obblighi da parte dei cittadini napoletani. Noi, forse non ce ne rendiamo conto, ma stiamo pagando più tasse, stiamo pagando di più in termini di addizionale comunale, c’è stato un aumento, poi congelato, sulle tasse aeroportuali, c’è tutto un intervento e un ulteriore sacrificio che i napoletani stanno facendo. Questo sta cominciando a dare i propri frutti, lentamente, assai lentamente, però qualche cosa si comincia a vedere. Quello che manca è una qualità dei servizi al cittadino che siano coerenti anche con una città che mira a diventare un modello operativo anche in termini di accoglienza del turismo e di vivibilità”.

L’intervista completa: