La sanità come deve diventare, intervista esclusiva a Ciro Verdoliva DG ASLNA1 centro
di Corrado Gabriele
Ciro Verdoliva: La sanità come deve diventare, oltre le emergenze e le sfide per il migliore servizio sanitario ai cittadini.
Direttore Verdoliva, prima il Cardarelli e poi tre anni e mezzo alla guida di una azienda ancora più complessa e difficile.
“Tre anni fa ho iniziato con grande entusiasmo il mio percorso da direttore generale alla ASL Napoli 1 Centro e pochi mesi prima da Commissario Straordinario; una grande sfida e una grande responsabilità che con tanti momenti difficili, non ultima la pandemia, mi ha dato l’occasione di conoscere meglio donne e uomini straordinari e volitivi. Tanti professionisti in ogni ruolo della sanità che hanno condiviso sin da subito il percorso del “vedere le cose come potrebbero diventare, invece di come sono sempre state”. Oggi le cose sono cambiate, abbiamo fatto molti passi in avanti, e tanti altri ne dobbiamo ancora fare. Con l’obiettivo di proseguire il lavoro avviato per offrire ai cittadini servizi sempre migliori ed onorare la fiducia concessa dal Presidente De Luca all’inizio del 2019 e confermata a giugno di quest’anno”.
Lei è il primo direttore generale chiamato ad un secondo mandato, più onori o più oneri?
“Per me e la mia squadra senza altro un grande onore, ho la tendenza a guardare avanti, mai indietro e quindi sento su di me ancora più oneri e responsabilità.
Ma devo aggiungere che non avrei potuto mai farcela senza il grande supporto e il grande spirito di sacrificio della mia famiglia”.
Ci sono stati anche momenti assai difficili da superare.
“Ce ne sono stati veramente tanti. A partire dalla situazione oggettivamente problematica del San Giovanni Bosco, abbiamo dovuto lavorare sodo per dimostrare alla Commissione l’insussistenza delle motivazioni di uno scioglimento per infiltrazione camorristica.
Poi la pandemia Covid, una situazione che oggi ci sembra superata, ma che è stata terribile dal punto di vista delle decisioni repentine da prendere per la precipitazione quotidiana dei problemi organizzativi, con numeri e difficoltà da far tremare le vene ai polsi. Infine la necessaria ristrutturazione organizzativa dell’intera Azienda.
A ripensarci tutte missioni impossibili, che oggi dopo quanto fatto concretamente, sono la dimostrazione che si può fare bene anche in contesti molto complessi, se le cose si vogliono fare si fanno, se invece non ci si vuole cimentare allora si trovano le scuse”.
Beh certo però la ASL Napoli 1 Centro è sempre stato un terreno insidioso e scivoloso: no?
“È un’azienda enorme che ha un bilancio di poco meno di 2 miliardi di euro e quasi 10mila dipendenti se consideriamo tutte le tipologie di contratto, ed è evidente che non è come tante altre aziende. Ma dovremmo prendere l’abitudine di abbandonare gli stereotipi e guardare alle persone. In questi anni ho incontrato sulla mia strada, professionalità mortificate, che attendevano con ansia di avere un’occasione di riscatto. Uno dei risultati che ho ottenuto è aver restituito dignità ai tanti sacrifici che per anni molte donne e uomini hanno fatto, pur nella consapevolezza di non essere inseriti in un contesto meritocratico”.
Oggi non è più così?
“Oggi si guarda al merito, un chiaro indirizzo del Presidente De Luca, chi non ha voglia di essere al servizio dei cittadini può andare altrove. Ma le assicuro che le nostre donne e i nostri uomini hanno dimostrato grande “attaccamento alla maglia”, per usare una metafora calcistica.
Ci sono stati momenti nei quali si è detto “non ce la posso fare”?
“Ho sofferto, tante volte, in silenzio. Una solitudine che credo sia normale quando si è ai vertici di una grande azienda. Credo però che accettare un incarico così gravoso significhi accettarne anche i sacrifici che comporta e portarlo fino in fondo. Io la penso così, non si deve mai abbandonare il percorso, costi quel che costi. Del resto, lo dovevo a chi mi ha sempre dato fiducia e a tutti coloro che lavorando al mio fianco hanno creduto in ciò che abbiamo fatto”.
Ora ha davanti altri tre anni, con quali obiettivi?
“Continuerò a dare il massimo, con impegno e professionalità per questa ASL, a curare come abbiamo sempre fatto la massima trasparenza e legittimità degli atti tecnico-amministrativi nell’ottica dell’efficienza e dell’efficacia che ha caratterizzato e continuerà a caratterizzare il mio lavoro. L’obiettivo sarà quello di sempre garantire e in concreto le reali esigenze di salute dei cittadini, con la differenza che ora alle nostre azioni potranno corrispondere effetti apprezzabili anche nel breve periodo, proprio per il lavoro già fatto sin qui; e poi potremo contare anche su ulteriori risultati concreti nel medio-lungo periodo in linea con gli obiettivi assegnati dal Presidente De Luca”
Dopo l’insiediamento una prima riunione plenaria dei direttori generali per definire obiettivi importanti.
“Il Presidente De Luca non fa sconti a nessuno e come è solito fare non ha perso neanche un minuto. Siamo stati convocati per sottolineare alcuni obiettivi per i quali mantenere alta la concentrazione: emergenza Pronto Soccorso, Fascicolo Sanitario Elettronico, Liste di attesa, Centri Anti Diabete. Siamo chiamati non solo a profondere la massima attenzione, ma anche ad innovare, migliorare senza sederci sui risultati. Anzi, sapendo che quando un obiettivo è raggiunto dobbiamo proseguire senza soluzione di continuità e con ancor maggior impegno, fermandoci solo per riflettere e analizzare i punti di forza e di debolezza così da massimizzare l’esperienza”.
Oggi può dirci cosa intende fare nei prossimi tre anni ?
“Proseguire nella sfida che di certo conferma il gravoso impegno, ma che – giorno per giorno – sarà denso di tante soddisfazioni per gli utenti e per i dipendenti che a qualsiasi titolo contrattuale vivono da co-protagonisti la trasformazione dell’Azienda. In questi anni ho capito che l’ASL Napoli 1 Centro ha tanti pregi e tante sbavature che vanno ancora corrette ed adeguate ai bisogni dei cittadini, ma una sola anima.
Un’anima che può contare su donne e uomini straordinari e su moltissimi giovani che con il loro entusiasmo ci aiuteranno a portare avanti la legalità, la trasparenza, l’integrità morale ed in particolare la condivisione delle scelte verso la cultura del risultato rivolta al soddisfacimento del diritto alla salute dei nostri assistiti, al servizio delle persone. In sintesi, un processo di costruzione del futuro con “una Squadra al lavoro per garantire salute”.
Una cosa in particolare che la preoccupa?
“È preoccupante quanto accade nell’area di emergenza (pronto soccorso e 118), oltre che per l’attuale situazione di mancanza di personale, anche per le soluzioni che attendiamo dal Governo centrale ma che continuano a non arrivare, anche se sono anni che ad alta voce gridiamo che la mancanza di personale nelle aree di emergenza è un problema serissimo, senza parlare poi del Covid che ha aggiunto una maggiore complessità ad una situazione già difficile di per se”.
Direbbe qualcosa ai cittadini ?
Ai nostri cittadini chiediamo fiducia e diciamo che ce la mettiamo tutta per fornire il miglior servizio possibile, ma abbiamo anche bisogno che ci facciano arrivare le osservazioni e le critiche necessarie perché ogni giorno sia per noi una occasione buona per analizzare, aumentare la qualità e recuperare dove si riscontrino carenze”.