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Legambiente, Imparato: “Lockdown non ha fermato gli ecomafiosi”

Legambiente, Imparato: “Lockdown non ha fermato gli ecomafiosi”

“Numeri sono importanti. Pensavamo che nell’anno della Pandemia anche gli ecocriminali fossero andati in lockdown. Invece in Campania alcuni reati come lo smaltimento dei rifiuti aumenta del +6,4%. C’è, però, di positivo un aumento delle denunce”. Così Mariateresa Imparato, presidente di Legambiente in Campania, questa mattina a Barba&Capelli, programma di Corrado Gabriele su Radio CRC.

La presidente Imparato ha poi proseguito parlando della necessità di leggi più severe: “Oggi mettere a rischio quegli ecosistemi vuol dire mettere a rischio la vita dei cittadini. Non possiamo non capire chi siano i colpevoli. Ci sono leggi che proteggono più i colpevoli che i cittadini. È stata una battaglia importante che abbiamo condotto anche insieme ad associazioni Libera”.

Sui reati ambientali più diffusi in Campania: “sicuramente il settore dei rifiuti. Purtroppo non essendoci un ciclo dei rifiuti urbani e speciali, molto spesso questi rifiuti sono trasportati in giro per l’Italia e all’estero. Il settore in cui si insediano di più le Ecomafie sono i trasporti.  Noi con economia circolare e riciclo e lavorazione di questi scarti non solo creeremo occupazione, ma toglieremo un settore importante alle ecomafie. Servono prevenzione e controllo perché le fabbriche che lavoravano che hanno ingrossato le file delle ecomafie facevano competizione scorretta. C’è bisogno di tutelare le risorse che arriveranno con il PNRR. Nemmeno un euro dovrà andare a finire nelle mani delle ecomafie!”.

Imparato: comunicazione e informazione per favorire raccolta differenziata e impiantistica

Imparato ha quindi proposto le iniziative da intraprendere riguardo l’effettivo compimento del ciclo dei rifiuti: “Il vicepresidente (Bonavitacola n.d.r.) raccontava dell’impiantisca che oggi manca e lo sforzo sull’indifferenziato. Nella raccolta differenziata, perché è un lavoro che parte dal cittadino, c’è bisogno di una comunicazione e un’informazione che deve essere stabile e coerente. C’è bisogno di comunicazione e impiantistica. C’è bisogno dell’impiantistica, ma per superare gli ostacoli e vincoli c’è bisogno anche di un lavoro di comunità. Abbiamo protocollato una legge sulla partecipazione dei cittadini. Spesso queste non sono tematiche accessibili. Non solo i cittadini hanno paura di un nuovo impianto, perché aspettano in quel territorio bonifiche.  Spesso sono gli amministratori a scappare”.

Imparato ha espresso, perciò, la necessità di una visione programmatica da parte delle istituzioni competenti: “misurare oggi il consenso elettorale con il termometro elettorale è un errore. Bisognerebbe misurarlo con il termometro della riserva del pianeta. Mettere in moto un impianto che serve a migliorare il ciclo dei rifiuti, vuol dire migliorare la qualità della vita. Una legge sulla partecipazione che coinvolga i cittadini. Noi invitiamo il vicepresidente al nostro forum del 14 dicembre a Napoli”.

Giovanni Ruoppo