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Lucia Rea: il convegno su mio padre, Domenico, un successo!

Lucia Rea: il convegno su mio padre, Domenico, un successo!

Questa mattina a Barba&Capelli, programma di Corrado Gabriele, in onda su Radio CRC è intervenuta Lucia Rea, figlia dello scrittore Domenico, la quale ci ha così presentato il convegno che si è tenuto dal 9 all’11 novembre presso l’Università Federico II di Napoli: “Il convegno è andato molto bene. C’è stata una vera partecipazione, non formale. Certamente è stato si è trattato di un   convegno scientifico dove si sono alternati vari italianisti. Si sentiva che è stata una cosa a cui tutti avevano partecipato. C’è stato un bel programma affrontando tutte le tematiche narrate nelle opere di mio padre.

Non solo il convegno, però, per celebrare il 100° anniversario dalla nascita di Domenico Rea, a lui è stata dedicata anche una mostra con materiale bibliografico: “la mostra si tiene alla Biblioteca Nazionale fino al 24 novembre. Dentro i faldoni ci sono dattiloscritti. Sia articoli di giornale già pubblicati, non c’è nulla di inedito. Mio padre scriveva e poi correggeva ancora di nuovo”.

Lucia Rea ha, poi, approfondito alcune delle tematiche espresse nel saggio “Le Due Napoli” espresse dallo scrittore: “Mio padre non ha mai strizzato l’occhio a  tutto ciò, perché era folklore. Lui da un lato ne era affascinato. Da un lato ne era notevolmente irritato. Per capire Napoli bisogna accettarla in maniera globale e capire che non ne vedeva i suoi terribili difetti. Aveva una forma di compassione, per lui Napoli era bistrattata dalla politica, dallo Stato. Certo ognuno di noi si aspetterebbe delle volte che i napoletani si rimboccassero le maniche“.

Un pensiero, che quasi trent’anni dopo la morte dello scrittore, si traduce nel penultimo posto della città Napoli, nella speciale classifica dei luoghi italiani in cui si vive meglio: “Forse si sarebbe dispiaciuto di vedere la sua città penultima in classifica, ma non si sarebbe messo le fette prosciutto. Napoli è fatta da persone talmente intelligenti che per tante cose potrebbe risollevarsi”.

Giovanni Ruoppo