Matino: se Napoli penultima in classifica, la colpa è nostra
“Io mi rendo conto che a volte mi addoloro per questa città. Spesso dico che Napoli sia la città più bella del mondo. Dal punto di vista della natura non c’è paragone. Sull’arte gareggiamo con molti. È per questo che mi arrabbio”. Così Don Gennaro Matino a Barba&Capelli, in onda su Radio CRC.
Matino ha così spiegato il penultimo posto della città di Napoli nella speciale classifica delle città italiane in cui si vive meglio: “invece ci troviamo agli ultimi posti in Italia. Questo non è per campanilismo. La città non ha bisogno di essere difesa. Se la città si è abbruttita è per colpa nostra. C’è una storia e una bellezza paesaggistica unica”.
Don Matino si è lamentato per la mancanza di reazione da parte della città: “Fuori Napoli si vive meglio perché si osserva di più il rispetto delle regole comuni. Laddove non sono state premiate dal punto di vista paesaggistico, c’è stata la risposta etica di alcune città. Noi che abbiamo avuto da Dio la fortuna di vivere in questo posto sciupiamo di più. Voi se arrivate a piazza Plebiscito, trovate un albero di Natale molto bello. Ma se fate più attenzione dietro agli alberi, vi rendete conto che dovete stare attenti a dove mettete i piedi”.
Matino: serve una reazione pratica. Lamentarsi non serve a nulla
Napoli, insomma, dovrebbe fare autocritica per migliorare, oltre che rimboccarsi le maniche: “non possiamo dimenticare l’inciviltà di questa città. Finiamola di dire “la città più bella del mondo”. Dio si sente bestemmiato ogni volta che sciupiamo la nostra bellezza. Io non mi dispiaccio se mi dicono che vivo nell’ultimo posto. Mi dispiaccio della mancata reazione. Amare Napoli, vuol dire rispettarla.
Don Matino in conclusione ha attaccato anche la classe politica del mezzogiorno italiano incapace di fronteggiare le problematiche quotidiane, ricordando, però, come questa sia espressione del popolo che l’ha votata: “ogni popolo ha il governo che si è scelto che rappresenta quel malcostume. Il vero problema dei governi del sud del mondo è avere un personale non proprio alla sua altezza. I migliori non solo emigrano, ma anche quelli che potrebbero governarla, scelgono di non farla”.
Giovanni Ruoppo