Giustizia, Cartabia: “Idea task force con magistrati in pensione”
“Tante assunzioni non si erano mai viste prima: in Italia (l’Ufficio del Processo, ndr) e’ stato gia’ oggetto di una sperimentazione con successi molto importanti in molte realtà italiane. Perciò guardiamoci intorno vediamo dove ha funzionato, in quali termini e per quali funzioni. L’Ufficio del processo e’ una struttura duttile che può assistere il singolo giudice, la sezione può essere dedicata a riorganizzazione funzioni, è funzione di aiuto e supporto e lo può essere solo chi ha governo di un ufficio giudiziario a indirizzarlo dove necessario”. Lo ha spiegato il ministro della giustizia Marta Cartabia, a Napoli per incontrare i capi degli uffici giudiziaria della Corte di Appello.
Per il ministro l’Ufficio del Processo, può rappresentare “una misura decisiva – ha spiegato ancora il ministro – ma so bene che non è sufficiente, non è la panacea di tutti i problemi, specie in realtà come questa”.
Per il ministro della giustizia “Napoli deve essere messa in condizioni di poter garantire ai suoi cittadini una adeguata risposta giudiziaria. Io – ha ribadito Cartabia – sono venuta qui per questo: com’è possibile 57.400 processi pendenti a Napoli?” Si e’ domandata il ministro che ha poi aggiunto: “Sarebbero il doppio se non fossero prescritti. Quel treno (il procuratore generale Luigi Riello, nel suo intervento, aveva paragonato la Giustizia a un treno Napoli-Roma che si ferma a Frosinone, ndr) che si ferma gia’ a Frosinone, perché se metà dei processi sono prescritti oggi dobbiamo aggiustare il treno, non possiamo lasciarlo lì, già ora accade che metà di quei processi vadano in prescrizione”.
Cartabia ha condiviso le preoccupazioni rappresentate dal presidente della Corte di Appello di Napoli Giuseppe De Carolis di Prossedi e dal procuratore generale Luigi Riello circa gli ambiti di impunità “che qui sono intollerabili più che in altri posti”.
“Ogni processo che non arriva a sentenza definitiva – ha affermato con forza Cartabia – è una sconfitta. Quelle decine di migliaia di processi che già oggi vanno in prescrizione, non dopo la riforma, sono una sconfitta per lo Stato. Non possiamo più permettercelo – ha sottolineato il ministro – è anche una sconfitta dello Stato se la risposta arriva tardi, in tempi non ragionevoli. Tutti i Caino e gli Abele attendono un giudizio severo, giusto e tempestivo. Questo è quello che la Costituzione ci chiede e io non ho altre bussole”, ha dichiarato Cartabia.
Il ministro della Giustizia ha anche illustrato un progetto al quale il Ministero sta lavorando che riguarda i magistrati in pensione o che si stanno approssimando alla quiescenza. “Altra idea a cui stiamo lavorando, – ha detto – qualcuno me lo ha presentato come un desiderio di alcuni magistrati che sono in età pensionabile, di mettersi a disposizione. Non so se sara’ possibile, – ha specificato Cartabia – se il Csm sara’ d’accordo, ma è un’altra idea: una task force di solidarietà nazionale che potrebbe essere d’aiuto, sempre se ci sarà disponibilità”, ha concluso.