Antonio Bassolino risponde a Matteo Renzi: “Non mi candido per risentimento ma per amore della città”
“Renzi ha detto che le battaglie non si fanno per rivincita. Lo ringrazio per le parole di stima e aggiungo: appunto, le battaglie non si fanno per risentimento, mi sono candidato da semplice cittadino per amore della mia città”. Lo ha detto il candidato sindaco per Napoli Antonio Bassolino intervenendo nella trasmissione Barba&Capelli su Radio Crc Targato Italia e in onda dal lunedì al venerdì dalle 7 alle 9.
Poi ha aggiunto: “Sono stato e sono uno dei fondatori del Partito Democratico, un progetto che all’epoca volevo fare già dieci anni prima in quanto allora c’era un vento riformatore in Europa. Dopo l’Ulivo il vento spirava verso altra direzione. Il Pd lo abbiamo fatto con l’obiettivo di essere oltre il 30% ma non siamo riusciti a portarlo a questa cifra e penso che questo rimanga il problema di una forza popolare. Per me è stato un grande dolore il lungo silenzio nei miei confronti durante i 19 processi e anche dopo le 19 assoluzioni. Ancora oggi è inspiegabile che il Pd nei mesi scorsi abbia fatto finta di nulla. È stato un dispiacere forte”.
E ha proseguito: “Dal Pd con diversi segretari ho ricevuto scelte sbagliate e ingiuste come le primarie di 5 anni fa quando poi mi fermai, altro che risentimento. Ho la testa rivolta in avanti e ho il dovere di dare una risposta ai cittadini che mi hanno chiesto la candidatura. So più di tutti che è una battaglia difficile ma non impossibile e andiamo avanti per il bene della città, sopra gli interessi del Pd e di altri partiti. Mi rivolgo ai napoletani, soprattutto sfiduciati e di qualsiasi colore politico”.
Sul rebus della data per le elezioni Bassolino, intervenuto questa mattina durante la trasmissione Barba&Capelli su Radio Crc Targato Italia e in onda dal lunedì al venerdì dalle 7 alle 9, ha sottolineato: “È una situazione assurda e con sincerità sono impressionato dal silenzio pubblico, anche da parte dei media, sulla data delle elezioni. Noi avremmo dovuto votare all’inizio di giugno, mi sono candidato 5 mesi fa. Oggi avreste dovuto intervistare già il sindaco eletto e la cosa singolare è che si è votato ovunque, dalla Spagna alla Francia, mentre solo in Italia le elezioni sono state spostate in autunno”.
“Molti cittadini mi hanno detto che era chiara la ragione del rinvio: il ritardo dei partiti nella scelta dei candidati. A Napoli questo rinvio è uno sperpetuo. A Palazzo San Giacomo non c’è più la testa per pensare alla città e qui accadono 100 cose ogni giorno, prima c’è un sindaco e meglio è”.
L’ex dirigente del Pd ha poi spiegato: “Il sindaco si occupa delle questioni quotidiane come ad esempio le buche, avendo già svolto questo ruolo so bene di cosa si tratta. Serve manutenzione per il verde e i parchi, occorrono i piedi ben piantati a terra e gli occhi verso la direzione giusta. Il Comune è la vita di ogni giorno dei cittadini”.
E ha ribadito: “I napoletani hanno un loro realismo e una loro intelligenza. Nessuno chiede al Comune di risolvere il problema del lavoro ma un contributo collaborando con le altre istituzioni. I cittadini chiedono all’Amministrazione di fare ciò che è di sua competenza. È fortissimo il senso di abbandono ed è una cosa ingiusta per la nostra città perché ci sono cose che non richiedono soldi ma solo la volontà quando ci si sveglia la mattina. Trovo una grande umanità girando per i quartieri e imparo ancora tante cose, in un bar il titolare mi ha mostrato la foto di suo figlio autistico: se il Comune si mette con altre istituzioni per realizzare strutture per ragazzi in difficoltà i cittadini fanno la loro parte”.
Infine, ha concluso sulle cose da fare: “Abbiamo tanti guai ma arriveranno molti soldi con il Recovery e spetta a noi saperli utilizzare facendo scattare la fiducia di potercela fare perché possiamo essere anche più bravi di altri. Nella Galleria Umberto per tanto tempo c’è stato un presidio fisso della polizia municipale, è importante la collaborazione tra istituzioni e tra pubblico e privato. L’ex mercato del pesce in piazza Duca degli Abruzzi è un posto che fa male al cuore per i senza dimora, ingiusto per loro vivere in quelle condizioni, per la città e per un grande architetto come Luigi Cosenza. Il decoro urbano e il welfare sono determinanti per la fiducia in noi stessi, risorsa più importante dei soldi che arriveranno”.