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Caso bufale e brucellosi, Oliviero: “Vaccinare bufale da 0 a 9 mesi, la Giunta approvi il piano”

Caso bufale e brucellosi, Oliviero: “Vaccinare bufale da 0 a 9 mesi, la Giunta approvi il piano”

“Il tema vero è uno. La vicenda nasce da lontano, la Campania e la Calabria sono le ultime 2 regioni con questo fenomeno della brucellosi”. Lo ha detto il presidente del Consiglio regionale Gennaro Oliviero intervenendo nella trasmissione Barba&Capelli su Radio Crc Targato Italia e in onda dalle lunedì al venerdì dalle 7 alle 9.

Poi ha aggiunto: “Le altre regioni lo hanno sconfitto usando anche il vaccino, in Campania è stato usato per 4 anni tra il 2008 e il 2012 riducendo di molto il problema. Oggi ci troviamo con numeri notevoli e ci sono stati 40mila abbattimenti negli ultimi due anni. Mi rifaccio a un’ordinanza del Consiglio di stato che definisce le bufale come animali senzienti e quindi non si tratta di abbattimenti ma di uccisioni”.

Oliviero poi ha sottolineato: “Il problema è che è fallito un piano e bisogna pensarne uno nuovo. Abbiamo approvato una norma in finanziaria in cui si fissano gli standard delle aziende bufaline. In quell’area la brucellosi è endemica e il tema sanitario è come difendere questo animale. O togliamo le bufale da quella zona arrecando danno a un territorio che è abituato a fare quell’attività e lasciando così sul lastrico decine di famiglie oppure bisogna intraprendere altre strade. La cosa giusta secondo le linee del ministero della Salute è quella di lavorare su due campi: vaccinare le bufale da 0 a 9 mesi perché a 3 anni iniziano a fare latte e intervenire sulla bufala malata. La Giunta regionale deve farlo approvando un piano”.

Sulla questione è intervenuto anche il magistrato Gianmario Palliggiano: “Non è una sentenza quella del Tar ma un’ordinanza cautelare: servono approfondimenti istruttori. Le analisi condotte non davano certezza della presenza del batterio nei capi da abbattere e quelli abbattuti non presentavano la brucellosi. Servono nuove analisi che non può svolgere l’Asl ma, serve un ente terzo”.