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8 marzo tra Sanremo e social: cronaca di donne contro donne

8 marzo tra Sanremo e social: cronaca di donne contro donne

Taisia Raio – Otto marzo, festa della donna. Sui social network impazzano foto di mimose, donne abbracciate, frasi di solidarietà e lotta contro la violenza, gli abusi, il patriarcato. È una polemica nella quale volenti o nolenti ci ritroviamo coinvolti ogni anno e che dura, se tutto va bene, almeno per 24-48 ore.

Il problema non è la festa in sè, ma la dietrologia che c’è dietro l’otto marzo. Combattere per la parità di genere, per far valere i nostri diritti, per le quote rosa e per ricoprire importanti cariche a livello dirigenziale fin qui non fa una piega: ma tutta questa solidarietà, quest’unione dove finisce quando si leggono commenti violenti, aggressivi nei confronti di donne che si ‘permettono’ di pensarla diversamente, di fare meno slogan e più fatti?

Ci sono tre casi eclatanti sui quali ci sarebbe da riflettere, riguardano tutti il Festival di Sanremo, sappiamo perfettamente che i polveroni sono di casa durante il Festival targato Rai, tutti lo criticano ma alla fine lo seguono la maggior parte degli italiani. Sappiamo anche che in pochi apprezzano davvero le canzoni, ma per lo più si è interessati ai vestiti, alle acconciature, alle coreografie bizzarre, ai cabaret e tutto questo ci sta, come diceva una delle tante sigle: ‘Perché Sanremo è Sanremo’. Dove però dovremmo interrogarci seriamente è sulla brutalità messa in atto attraverso i social network contro alcune donne, tre in particolare quest’anno: Beatrice Venezi, Chiara Ferragni e Francesca Barra (le ultime due neanche protagoniste del Festival).

Beatrice Venezi è stata letteralmente messa alla gogna anche da esponenti politici (donne per lo più) per essersi ‘permessa’ di esprimere un parere e una preferenza: “La posizione ha un nome preciso e nel mio caso è quello di direttore d’orchestra, non di direttrice. E così voglio essere chiamata, me ne assumo la responsabilità”.

Condivisibile o meno, si tratta di una scelta. Dobbiamo essere libere o meno di esprimere dissenso? Siamo libere o no di essere, dire e fare ciò che siamo e vogliamo? Oppure abbiamo tolto un bavaglio e ce ne stanno facendo indossare un altro che però è tinto di rosa? Qual è il problema? Cosa c’entra la violenza con la scelta di farsi chiamare direttore anziché direttrice? Perché condannare severamente e brutalmente una giovane donna perché dal palco dell’Ariston ha espresso un’opinione? Non siamo sempre in prima linea nel condannare la violenza fisica e verbale? In questo caso non vale? O c’è un vademecum a molti di noi sconosciuto con indicazioni da applicare a seconda di chi scrive (quindi viene meno il concetto di parità di genere).

Poi c’è il caso dei Ferragnez, Chiara Ferragni si sarebbe ‘permessa’ di utilizzare i propri social per invitare i suoi followers a votare per Fedez (il marito) e Francesca Michielin. Anche questa si tratta di scelta, condivisibile o meno, ma chi stabilisce se sia giusta o sbagliata e soprattutto chiedere ai propri seguaci un voto consente poi di scatenare ire e aggressioni verbali di ogni genere? Dove sono qui le femministe? Dov’è il concetto di unione e solidarietà che lotta contro ogni tipo di violenza?

Ma poi onestamente chi non avrebbe votato il proprio marito, compagno o fidanzato che sia? I soloni dell’etica e del galateo dicono che essendo lei una nota influencer avrebbe dovuto astenersi perché appunto ‘influenzava il voto’. Sorge spontanea una domanda, siamo arrivati al punto che ci reputano talmente cretini che se la Ferragni ci invita a fare qualcosa noi la eseguiamo senza batter ciglio oppure i quasi 23 milioni di followers della giovane imprenditrice sono tutti senza cervello? Inoltre tale gesto giustifica che la Ferragni debba subire attacchi, parolacce, insulti e minacce? Tutto questo è normale?

Infine Francesca Barra purtroppo conosciuta dai più non per essere una brava scrittrice e giornalista ma balzata agli onori della cronaca rosa per le sue vicende sentimentali. Il ballo con suo marito Claudio Santamaria durante la canzone di Achille Lauro ‘Bam Bam Twist’ sul palco dell’Ariston con tanto di bacio finale appassionato, ha scatenato le ire del pubblico sul web e non solo. La giornalista non è nuova purtroppo a insulti e volgarità tramite social da parte di chi sfoga le proprie frustrazioni personali inveendo contro gli altri.

Il Festival di Sanremo è terminato sabato sera, praticamente poche ore prima dell’otto marzo, giornata in cui molte di noi hanno pubblicato foto in famiglia o tra amiche con l’hashtag #girlpower, in alcuni casi però si tratta delle stesse che nel weekend hanno inveito brutalmente contro le tre donne di spettacolo.

Il potere delle donne, il potere della lotta, della condivisione, della sorellanza, della solidarietà: ben venga sempre non solo l’otto marzo e ricordiamoci di questi valori tutti i giorni ma soprattutto, anziché scandalizzarci per un’opinione facciamolo quando leggiamo o ascoltiamo lo stesso gentil sesso rivolgere insulti alle amiche, alle compagne, alle lavoratrici, indigniamoci anche quando a fare branco sono spesso le donne contro le donne.