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Disuniti alle comunali, anzi no: “insieme”. Centrosinistra napoletano, atto II

Disuniti alle comunali, anzi no: “insieme”. Centrosinistra napoletano, atto II

Taisia Raio – In ordine sparso o forse no: contrordine compagni, “unità”. Sembra un film della più classica commedia all’italiana il percorso del centrosinistra napoletano alle prossime elezioni comunali. Ieri la voce concreta di un rinvio del voto a ottobre, un’eventualità che vede contrari gli outsider dei partiti come Bassolino, Clemente e D’Angelo.

Sempre ieri il segretario Dem di Napoli Marco Sarracino ha esultato a fine riunione della coalizione giallorossa: “Questo gruppo dirigente non è disposto a riportare le lancette dell’orologio a tempi in cui eravamo isolati e senza idee, abbiamo finalmente una coalizione animata da uno spirito di pari dignità che si ritroverà attorno ad una candidatura forte, credibile, autorevole e dal grande consenso popolare”.

Il riferimento è a Roberto Fico su cui si sta stringendo il pressing da Roma per rilanciare e trovare la quadra con Vincenzo De Luca che ancora ha molti mal di pancia sull’appoggio a un nome grillino. C’è, però, una prima conseguenza al rinvio delle elezioni e all’accordo giallorosso: il passo indietro di Sergio D’Angelo. Il commissario di Abc ai microfoni di Barba&Capelli parla di “rinvio del voto che fornisce tempo a tutti per una soluzione unitaria per non vanificare gli sforzi della società civile: il tema è la parola insieme”.

Un passo avanti e due indietro è il classico schema di una politica novecentesca che a sinistra si trova in una crisi profonda proprio a Napoli dove il centrosinistra governa da 30 anni ininterrotti. Nelle prossime settimane si potrà forse capire dove andranno tutti questi candidati, quanti resteranno realmente in corsa: sicuramente oltre l’alleanza giallorossa ci saranno Clemente e Bassolino che devono insidiare il ritorno al ballottaggio per il Partito Democratico.

L’ex sindaco del ‘rinascimento’ continua le sue corse mattutine e assicura sul suo stato di salute mentale per sostenere una sfida così faticosa a 74 anni. Intanto incassa il sostegno di un’altra ex Pci come Franca Chiaromonte: la generazione del partito di Berlinguer si sta stringendo intorno al suo leader per provare la scalata contro i democrat.

Da faida a baruffe chiozzotte il passo è breve: l’unica certezza è che il centrodestra si trova già al ballottaggio e deve solo affilare le armi per conquistare Palazzo San Giacomo per la prima volta e con un altro magistrato.