© Barba e Capelli - L'informazione prima di tutti
HomeSaluteCovid-19, Scotti (Ordine Medici Napoli): “non si denuncia in diretta, si guardi ai manager della sanità”

Covid-19, Scotti (Ordine Medici Napoli): “non si denuncia in diretta, si guardi ai manager della sanità”

Covid-19, Scotti (Ordine Medici Napoli): “non si denuncia in diretta, si guardi ai manager della sanità”

“Non ci sentiamo colpevoli ma affaticati. Questo è un momento in cui bisogna sostenere l’azione di medici e infermieri dopo mesi di battaglia contro un nemico non sconfitto”. Lo ha dichiarato il presidente dell’Ordine dei medici di Napoli Silvestro Scotti intervenendo nella trasmissione Barba&Capelli condotta da Corrado Gabriele su Radio Crc Targato Italia e in onda dal lunedì al venerdì dalle 7 alle 9.

Sulle accuse di De Luca il presidente dell’Ordine dei medici non ha dubbi: “sentirsi anche coinvolti da pensieri, anche se riferiti a poche persone, non è piacevole. Se riguarda poche persone non vanno detti in diretta ma denunciati alle autorità competenti. Il medico è attivo H24 e davanti a queste parole si sente demotivato, oltre a doversi preoccupare di eventuali reazioni della popolazione”.

Per quanto riguarda le prossime settimane Scotti è rigoroso: “penso che non si possa passare da zona rossa a liberi tutti. Anche in questi giorni non abbiamo assistito a particolari limitazioni a differenza del primo lockdown. Sappiamo che con la zona rossa si aggrava la situazione socio-economica ma mettere insieme la riapertura di scuole e quella delle attività commerciali, aggiungendo poi la mobilità, aumenta il rischio di non farci trascorrere un Natale tranquillo. I giovani potranno essere portatori del virus in famiglia quando ci saranno le feste, soprattutto per le persone più anziane”.

Per Scotti, però, è necessario anche individuare responsabilità ai vertici su come riformare la sanità: “credo che in questo la politica ha parte della responsabilità nell’altra parte c’è quella del management. Bisogna dare importanza a chi dirige la sanità pubblica. Negli ospedali il problema è il numero degli operatori sanitari non i posti letto, i medici di famiglia sono stati abbandonati e gli Usca ricevono compiti diversi dalla domiciliarità per cui erano state pensate”.