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Napoli, la città autogestita aspetta che passi l’ennesima “nottata”

Napoli, la città autogestita aspetta che passi l’ennesima “nottata”

Napoli non sembra aspettare l’avvio ufficiale del coprifuoco. La città si autogestisce, alle 20 tutti a casa e in strada resta ben poco, come il traffico diurno sembra quello che anticipa le ferie estive. Mentre la politica litiga tra sindaco, De Luca e tutti gli attori che ancora si battono come in una campagna elettorale permanente.

Bar, pub, pizzerie presentano larghi vuoti in prima serata. Nel centro storico i ristoratori annunciano la serrata: “da giorni non lavoriamo”. Le strade della città sono attraversate dalle prime iniziative di sofferenza sociale: i disoccupati organizzati, i picchetti davanti i luoghi di lavoro, la vertenza Whirlpool e la manifestazione di sabato davanti la sede di Confindustria.

Di virus si muore ma anche la fame non lascia scampo. Nei saloni per bellezza e nei parrucchieri si parla principalmente di chi ha avuto l’esperienza della malattia, contenti di averla scampata. “Ho passato quasi un mese a casa – racconta una 20enne – ma la mia è un’abitazione grande con due bagni. Io e mia madre non ci siamo viste per tutto il periodo: io in una stanza, lei in un’altra. Ciò che resta è la paura di veder entrare in casa i sanitari bardati e mascherati in queste tute bianche, la sedia al centro della stanza e non sapere quando tornano per rifare il tampone”.

Questa è la testimonianza di chi ha solidità economica e vive in una casa grande. Ma chi vive nei grandi rioni dove disagio e fragilità la fanno da padroni? Non è un caso, forse, che oggi la municipalità record per contagi sia quella 8 di Scampia, Chiaiano e Piscinola. E quella “arancione” dove si registra un aumento sia quella 6 di San Giovanni, Barra e Ponticelli. Proprio nella zona est si sono registrati contagi nelle scuole elementari e che intorno a ciò che si muove al mondo scolastico è il trasporto: da uno scuolabus è partito un contagio che si è propagato nelle classi.

Il virologo Giorgio Palù, fondatore della Società italiana di virologia e presidente di quella europea, su affaritaliani.it punta il dito proprio contro la gestione dei trasporti e tutti i potenziali luoghi di assembramento come principale fonte di contagio.

Ora sul terreno restano il coprifuoco e, soprattutto, le conseguenze sociali di una crisi economica. E al governo c’è chi non vuole prorogare il blocco dei licenziamenti. Passerà la nottata per una Napoli in eterna emergenza. A che prezzo?

Giuseppe Manzo